G7 Agricoltura: ecco come possiamo collaborare con l'Africa

G7 Agricoltura, prima giornata di lavori: ecco come possiamo collaborare con l’Africa

G7 Agricoltura, prima giornata di lavori: ecco come possiamo collaborare con l’Africa

Chiara Borzì  |
giovedì 26 Settembre 2024

Poste le basi per creare la connessione tra Africa e resto del mondo: il racconto della prima giornata di lavori a Siracusa

Il Forum per l’Africa organizzato durante il primo giorno del G7 Agricoltura di Siracusa ha posto le basi per creare la connessione tra Africa e resto del mondo. Undici le delegazioni africane presenti (Uganda, Egitto, Algeria, Etiopia, Angola, Uganda, Sudafrica, Costa d’Avorio, Tunisia, Mauritania, Senegal), cinque gli enti internazionali (Fao, Ifad, Cgiar, Ocse, Wfp). Presente Janusz Wojciechowski per la Commissione europea per l’Agricoltura e lo Sviluppo rurale dell’Ue e i ministri dell’agricoltura di Canada, Giappone, Regno Unito, Stati Uniti, Germania, Italia insieme alla Commissario per l’Economia rurale e l’Agricoltura della Commissione dell’Unione Africana. 

Il rapporto con l’Africa

Cosa può dare l’Africa e cosa i sette paesi più industrializzati possono dare al terzo continente più grande della Terra e secondo per popolazione? Bisogni e opportunità si sono incrociati a Siracusa seguendo l’impostazione data dal ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida: “Per troppo tempo l’Africa è stata vista come un continente con difficoltà da risolvere in modo caritatevole, deve esserci invece un rapporto strategico. Dobbiamo affrontare le criticità del pianeta insieme”. 

La collaborazione rientra negli obiettivi dell’Unione Africana. Seconda ad intervenire al Forum per l’Africa del G7 Agricoltura stata la commissario per l’Economia Rurale e l’Agricoltura della Commissione dell’Unione Africana Josefa Leonel Correira Sacko. “Vogliamo condividere con voi i passi avanti fatti e l’Agenda 2036 nata per la trasformazione agricola del nostro continente” ha esordito. Anche il continente africano sta risentendo delle crisi internazionali. “Il 30% della nostra popolazione dipende dal grano dell’Ucraina – ha detto Sacko – i vantaggi accumulati negli ultimi decenni sono andati persi. Per questo ci sono due strade da seguire: consultare gli attori interessati a collaborare con noi, lavorare sulla ricerca e l’analisi con il nostro gruppo di lavoro tecnico”.

I paesi africani riuniti al Teatro Comunale di Siracusa per il Forum dell’Africa hanno ribadito di aver bisogno di investimenti e formazione in tecnologia, sbocchi di mercato. Hanno bisogno di pesticidi (in particolare lo ha sottolineato l’Uganda) e vaccini per curare gli animali e proporre migliori prodotti (un altro aspetto sottolineato dall’Uganda). Stati come la Costa d’Avorio hanno invece bisogno di implementare il mercato con l’estero, l’agricoltura cresce del 6% l’anno, e il ministero dell’Agricoltura sta pensando alla suddivisione del territorio in nove zone agricole. Il Canada ha suggerito la possibilità di replicare in Africa il proprio sistema di cooperativa agricola.

Avvicinare l’obiettivo “Fame Zero” entro il 2030

Trovare e chiudere nuovi accordi sarà fondamentale per avvicinare l’obiettivo “Fame zero” dell’Agenda 2030. “Il nostro rapporto ha indicato che più di una persona su cinque in Africa sarà condizionata dalla fame – ha ricordato dal G7 Agricoltura di Siracusa il direttore generale della Fao Qu Dongyu – Si tratta di 300 milioni di persone in più nel 2030. Dovremo affrontare una grande sfida se non aumentiamo la cooperazione”. Tra meno di un mese si svolgeranno due eventi centrali per la strategia globale della Fao. “A metà ottobre ci sarà il forum sulle risorse idriche, per investire in ambito pubblico e privato, e anche il forum per l’innovazione scientifica. L’innovazione è l’unica soluzione economica per fronteggiare le crisi. Sono a favore dell’inclusione tra i partner G7, G20, Ocse, Ue e l’Africa per aumentare la cooperazione mondiale. Servirà aumentarla anche tra Sud e Nord del mondo” ha concluso il direttore Dongyu. 

Al termine del Forum Africa si è svolto a Palazzo Vermexio il convegno “Le produzioni agroalimentari di eccellenza” organizzato dalla Regione Siciliana. L’innovazione è stata al centro dell’appuntamento insieme alla formazione e la produzione agrigood isolana. Hanno partecipato tutte le università siciliane, insieme ai vertici dell’assessore all’Agricoltura del neo assessore Salvatore Barbagallo e della Commissione europea “Agri”. Se l’assessore Barbagallo ha annunciato l’arrivo di un bando da 100 milioni di euro a favore delle aziende agricole, Leonardo Nicolì ha comunicato un dato da non dimenticare nel breve periodo. “I dati del settore agricoltura in Sicilia mostrano una discreta salute. L’ultima difficoltà è stata quella dovuta alla crisi idrica. L’intero Mezzogiorno ha sofferto, ma la Sicilia ha sofferto particolarmente. Le proiezioni del futuro sono allarmanti, le probabilità di siccità in Sicilia e Sardegna potrebbero superare il 50%”. La produzione siciliana però ‘tiene duro’. Ha prodotto il 4,4% del valore aggiunto, ha spiegato Nicolìa, “dopo il Covid-19 e in seguito al conflitto russo-ucraino gli investimenti nel settore agrifood sono tornati a crescere, ma l’effetto sull’occupazione non è stato quello desiderato. Servirà capire perchè”. 

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