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A Brescia senza il termovalorizzatore 12 discariche e 20 mila camini in più

redazione

A Brescia senza il termovalorizzatore 12 discariche e 20 mila camini in più

mercoledì 29 Gennaio 2020

Il termovalorizzatore A2a di Brescia è l’impianto più grande e più all’avanguardia d’Italia e tra i migliori in Europa

BRESCIA – “Impianti come questo danno risposte positive, sia dal punto di vista della riduzione dell’inquinamento, che in un’ottica di ricorso all’economia circolare”. Lo ha detto il presidente della Commissione Ambiente del Consiglio regionale della Lombardia Riccardo Pase, nel corso della visita di alcuni consiglieri regionali al Termovalorizzatore A2a di Brescia, l’impianto più grande e più all’avanguardia d’Italia e tra i migliori in Europa. Ad accogliere la delegazione di Palazzo Pirelli, i vertici di A2a, a partire dall’amministratore delegato Valerio Camerano, il quale ha parlato dell’azienda partecipata dal Comune di Milano, “come una realtà che si colloca in linea con le migliori best practice a livello europeo, sia per quanto riguarda il recupero di materia sia per l’invidiabile dato che ci vede ormai un’azienda a discarica zero”. L’impegno dell’azienda per i prossimi anni è quello di mantenere l’attuale 99% di rifiuti urbani raccolti ed inviati a recupero di materia o energia, superare il 70% di raccolta differenziata e investire un miliardo di euro nel campo del recupero.

Quello di Brescia è un impianto capace di coprire il 60% del fabbisogno di energia termica della seconda città lombarda, con 130mila abitanti serviti. “Se domani mattina spegnessimo l’impianto, i cittadini di Brescia resterebbero senza luce e al freddo, oppure sarebbero costretti a riaccendere 20mila camini in più – ha spiegato Giovanni Valotti, presidente A2a -. Il bilancio della qualità dell’aria senza questo impianto sarebbe peggiore. Non lo dice A2a, lo dicono i numeri. Allo stato dell’arte il termovalorizzatore è la migliore soluzione possibile, se tra dieci anni ci sarà una tecnologia migliore siamo pronti a utilizzarla. Senza questo impianto la provincia di Brescia sarebbe costretta ad avere 12 discariche in più”.

Grazie al termovalorizzatore di Brescia, infatti, è possibile risparmiare 170mila tonnellate equivalenti di petrolio l’anno ed evitare l’emissione di 730mila tonnellate annue di C02. Secondo una ricerca dell’Università di Brescia, infine, l’impianto influisce solo per lo 0,15% alla concentrazione di biossido di azoto nel territorio (il traffico ne produce il 54%), e per lo 0,2% alla concentrazione delle polveri sottili (il riscaldamento ne produce il 23%).

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