Sea Watch, autorizzato sbarco a Messina. Musumeci: “Grave” - QdS

Sea Watch, autorizzato sbarco a Messina. Musumeci: “Grave”

Raffaella Pessina

Sea Watch, autorizzato sbarco a Messina. Musumeci: “Grave”

giovedì 27 Febbraio 2020

L’ira del presidente della Regione: “Hotspot di Messina incompatibile con la quarantena”. Il sindaco di Palermo, Orlando: “Evitare strumentalizzazioni politiche”. Il leader della Lega, Salvini: "Solidarietà a Musumeci e ai siciliani"

Nonostante la richiesta del presidente della Regione, Nello Musumeci, di non far sbarcare i 194 migranti dalla nave Sea Watch giunta a Messina se non dopo una quarantena, lo sbarco è stato autorizzato dall’Esecutivo nazionale. Dura la reazione del presidente: “Il governo di Roma ha respinto la nostra proposta – ha detto Musumeci – autorizzando a Messina lo sbarco dei migranti e la loro sottoposizione a isolamento in un hotspot che le autorità sanitarie hanno dichiarato inadeguato allo scopo. Per sistemare l’hotspot servono 2-3 milioni: il governo lo faccia. Il buonismo è spesso la maschera per la più nera delle ipocrisie. è una decisione grave che non rispetta la dignità dei migranti e le preoccupazioni dei siciliani. Sarebbe stato più umano indirizzare la nave in un porto attrezzato e in un territorio lontano dalla emergenza sanitaria. Ne prendiamo atto”.
A gamba tesa, nella discussione tra i governi regionale e nazionale entra il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, che ha rivolto un appello a non essere preda di psicosi o paure infondate e parlando dell’approdo a Messina della Sea Watch ha parlato espressamente di strumentalizzazione. “Credo – ha detto il primo cittadino – che bisogna con molta serenità evitare di strumentalizzare politicamente la sofferenza e i diritti degli esseri umani. Siano migranti o no. Bisogna evitare di farci prendere dalla psicosi e dalla paura infondata – ha aggiunto Orlando a proposito del timore della diffusione del Coronavirus in città – Voglio esprimere grande apprezzamento nei confronti dei gestori dell’albergo che hanno avuto un comportamento professionale e serio che costituisce una grande carta di credito per gli albergatori palermitani. Hanno collaborato senza nevrosi, senza isteria, senza creare inutili paure ma mettendo al sicuro i loro ospiti e coloro che frequentavano l’albergo. Credo che questo bisogna farlo con tutti; vale per tutti, anche per il migrante”.
Solidarietà al presidente Musumeci, invece, è stata espressa dal leader della Lega, Matteo Salvini: “In un momento di difficoltà tale per l’Italia non era eccessivo chiedere che i migranti potessero andare altrove – ha detto Salvini – ma anche qua la responsabilità è in capo al governo. Lo sbarco di altri 194 (migranti), è l’ennesima dimostrazione che l’Europa esiste solo sulla cartina geografica”.

Ieri le polemiche con Palazzotto che ha dato del razzista al governatore Musumeci. Quest’ultimo aveva scritto a Conte, “niente sbarchi perché l’hotspot di Messina non è idoneo alla quarantena”.

La nave Sea Watch 3 con a bordo 194 migranti è arrivata nel porto di Messina.

Sul molo Norimberga c’è personale delle forze dell’ordine, dell’Asp e del Comune che stanno attuando le procedure previste.

Accertamenti vengono effettuati sull’imbarcazione per verificare l’eventuale presenza di persone con la febbre che saranno comunque isolate e messe in quarantena nella caserma Gasparro di Bisconte per due settimane.

Le polemiche Palazzotto-Musumeci

“Ogni scusa è buona per essere razzisti, caro Musumeci”.

L’attacco di Erasmo Palazzotto di Sinistra italiana-Leu al governatore della Sicilia che ieri si era detto contrario allo sbarco di migranti in Sicilia, ieri era stato frontale.

“Le 194 persone a bordo della Sea Watch 3 – aveva detto, parlando della nave che si stava dirigendo verso Messina – fuggono da guerre, torture, campi di concentramento. Vengono da un posto, la Libia, dove il coronavirus non c’è. Perché non ci sono voli e perché ad oggi in Africa l’unico caso registrato è quello di un Italiano in Algeria”.

“Capisco – aveva aggiunto il deputato – sia difficile da accettare per chi ha costruito anni di campagne d’odio contro i più deboli, ma siamo noi, stavolta, che ‘portiamo le malattie’. E anche volendo applicare il principio di precauzione,che senso ha tenerli in quarantena su una nave? Perché non possono essere messi in quarantena in una struttura adeguata come tutti gli altri cittadini che arrivano in Italia? Solo perché sono africani? E ancora, perché non lasciano in quarantena su un aereo tutti coloro che arrivano in Sicilia dal Veneto e dalla Lombardia? Perché sarebbe un’idiozia”.

“Lo dico forte e chiaro – aveva concluso il parlamentare -, coloro che vengono soccorsi sono più controllati di chi arriva con altri mezzi o di chi è già qui” ha aggiunto, riferendosi probabilmente al caso della turista bergamasca in isolamento a Palermo.

La lettera di Musumeci al premier Conte

Intanto, e forse anche in risposta all’attacco di Palazzotto, il presidente della Regione siciliana Nello Musumeci aveva inviato ieri sera una lettera al presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte in cui affermava che la Sea Watch con 194 migranti a bordo non poteva approdare a Messina perché l’hotspot non è idoneo alla quarantena.

Nella caserma Gasparro Bisconte, si legge nella missiva trasmessa a Palazzo Chigi, “sono emerse rilevanti criticità sotto il profilo igienico-sanitario, in merito all’accoglienza di nuovi migranti”.

Il governatore rilevava nella lettera che “il centro di primo soccorso ed identificazione, destinato per legge a una permanenza breve limitata alla identificazione dei migranti, appare strutturalmente incompatibile con l’esigenza del prolungato regime di isolamento a cui dovrebbero essere sottoposti i cittadini non comunitari in arrivo”.

Musumeci aveva quindi esortato il premier “a condividere il senso di responsabilità nei confronti della comunità dei siciliani, anche in ragione dell’emergenza nazionale che sta impegnando tutte le nostre strutture sanitarie nella complessa azione di contrasto alla epidemia Covid-19”.

Il punto debole della lettera di Musumeci stava però, come sottolineato da Palazzotto, nel fatto che il coronavirus in Libia non c’è. In compenso si trova già in Sicilia, portato da una turista lombarda.

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