TAORMINA (ME) – Mancano meno di tre mesi alla scadenza del mandato che il Comune di Taormina ha affidato al commissario, Antonio Fiumefreddo, per chiudere la liquidazione della partecipata Asm, eppure il traguardo continua a sembrare lontano.
La bozza di delibera da proporre al Consiglio comunale rimane, infatti, ancora sconosciuta, in attesa soprattutto che i tecnici chiamati a studiare il caso forniscano un parere sulla via più consona da seguire, dal punto di vista normativo, e nelle more di un riassetto contabile che prevede l’approvazione dei bilanci di annualità pregresse. Su come liquidare l’Azienda servizi municipalizzati ci si ragiona dal lontano 2011, quando alla luce di debiti non più sostenibili l’Amministrazione aveva deciso di sciogliere il cda e commissariare l’azienda. Da allora un cammino tortuoso, lungo il quale ci si è resi conto che una liquidazione, in realtà, non è mai stata avviata dai vari commissari che si sono succeduti, avendo prodotto solo determine di ordinaria amministrazione.
Tuttavia, nel frattempo, i conti sono tornati in ordine grazie a disponibilità di cassa crescenti dal 2015 in poi. Ecco perché l’Amministrazione del sindaco Mario Bolognari – che ha più volte definito l’Asm un “cancro” per come ha fin ora inciso negativamente nell’approvazione dei bilanci comunali – ritiene che questa anomala liquidazione vada chiusa, riportando l’azienda alle sue originarie forme. Per questo motivo, lo scorso agosto, il manager Fiumefreddo è stato chiamato a guidare l’Asm con un contratto obiettivo di otto mesi.
Primo problema: approvare i bilanci dal 2011 in poi, cioè da quando la Corte dei Conti aveva posto il veto. Spetterebbe farlo al Consiglio comunale. Una responsabilità che nessuno si è sentito di prendere negli ultimi nove anni. Adesso il tempo stringe, è chiaro che non è più possibile discutere nove annualità contabili, ma si potrebbero esitare soltanto quelli degli ultimi tre o quattro anni, soltanto dopo aver avuto l’ok da parte di una società di consulenza, incaricata di certificarli.
Nel frattempo, l’avvocato catanese, Vincenza Bonaviri – esperta di diritto societario – è al lavoro con un incarico da 18 mila euro per trovare la strada per chiudere la liquidazione, dare vita a un nuovo statuto e fare di Asm una società di capitali (con il Comune ovviamente azionista di maggioranza). Il traguardo di aprile è, tra le altre cose, strategico perché allo stesso tempo l’Amministrazione punta a chiudere al contempo il Bilancio di Previsione 2020. Gli ultimi mesi non sono, comunque, serviti soltanto per mettere insieme pareri tecnici e legali. Fiumfreddo ha ricordato di recente come la struttura aziendale sia già stata riformata, valorizzando meglio le risorse umane, creando un ufficio amministrativo unico e riorganizzando l’ufficio contabile che appariva inesistente. Un lavoro portato avanti in stretta collaborazione con la giunta comunale, ma anche con i Revisori dei conti che hanno sempre espresso parere negativo sullo stato della partecipata, e con i sindacati che spesso hanno chiesto incontri e lumi sulla sorte degli oltre sessanta dipendenti.
Senza dimenticare che, sul fronte operativo, Asm sta puntando non solo ad automatizzare il più possibile la Funivia e i parcheggi Lumbi, Porta Catania e Mazzarò, ma anche ad acquisire la gestione dell’unico parcheggio rimasto in mano al Comune, quello di Porta Pasquale. Anomalia anch’essa evidenziata dai Revisori. Con la ricapitalizzazione dell’azienda, invece, dovrebbero venire esternalizzati i servizi di acquedotto e illuminazione pubblica. Nell’ambito della gestione di servizi per conto del Comune, rimane infine aperta la “questione” del dare-avere tra le parti, che dovrebbe presto essere chiusa, visto che nell’ultimo Bilancio di Previsione 2019 l’Amministrazione ha accantonato 3,2 milioni di euro per quota servizi resi dall’Asm fino al 2018.
Twitter: @MassimoMobilia