Abuso droghe, quando la sindrome di astinenza colpisce anche il neonato - QdS

Abuso droghe, quando la sindrome di astinenza colpisce anche il neonato

Angela Ganci

Abuso droghe, quando la sindrome di astinenza colpisce anche il neonato

venerdì 13 Marzo 2020

L’intervista in esclusiva del Qds a Guido Faillace, presidente nazionale FeDerSerd. “Analisi tossicologiche precoci fondamentali per gestirne gli effetti”

PALERMO – Droghe ed effetti collaterali su corpo e psiche: temi di salute pubblica sempre attuali, nell’ottica della continua evoluzione delle sostanze di abuso in termini di composizione chimica ed effetti nocivi sull’organismo, da cui scaturisce la necessità di trattamenti di sempre maggiore efficacia.

Su tipologie, effetti delle droghe sul corpo, nonché sulle terapie più efficaci, abbiamo intervistato Guido Faillace, Presidente Nazionale FeDerSerd, Federazione Italiana degli Operatori dei Dipartimenti e dei Servizi delle Dipendenze, nonché Direttore Uoc Dipendenze Patologiche Asp Trapani.

Come è cambiato il mondo delle sostanze d’abuto negli ultimi anni?
“Le principali sostanze d’abuso rimangono sempre le più classiche, quali cannabinoidi, eroina, cocaina, anfetamine (ecstasy), non dimenticando l’alcool. Gli effetti di queste sostanze sono tra i più svariati, come sintomi neurologici di incoordinazione motoria. Al mondo delle droghe tradizionali bisogna poi affiancare tutta una generazione di nuove droghe, come Ecstasy, Popper, Mescalina, Lsd, dalla pericolosità indiscussa. Basti pensare che il fentanile, un oppioide sintetico, ha una potenza tossicologica fino a settemila volte superiore alla morfina: pochi milligrammi possono indurre rapidamente alla morte. è poi d’obbligo segnalare la pericolosità dell’uso dell’Mdma (ecstasy), in seguito alla quale si evidenziano disfunzioni immunitarie gravi, particolarmente rischiose, visto il propagarsi del virus Covid-19. Pericolosità per la vita, ma anche per la società: infatti, tutte le sostanze d’abuso sviluppano un alto potenziale criminogeno”.

Sintomi clinici che assumono specifiche connotazioni nella sindrome di astinenza, basata su criteri clinici, e che non interessa solo l’adulto.
“La sindrome di astinenza è caratterizzata da segni fisici come spasmi muscolari e psichici come irritabilità e depressione e interessa anche il neonato. I medici dovrebbero provvedere, soprattutto in casi di donne giovanissime in stato di gravidanza, a precoci analisi tossicologiche per evidenziare casi di abuso di sostanze. La madre che fa uso di sostanze psicoattive, infatti, espone il neonato al mancato apporto delle stesse, determinando una sindrome di astinenza, con pianti incessanti che, in alcuni casi, è molto difficile da gestire”.

Pericolosità sociale, disfunzioni a livello dei sistemi cognitivi ed affettivi, effetti a cascata a livello generazionale: una prospettiva all’interno della quale la terapia di elezione combina interventi di tipo farmacologico e psicologico.
“Il programma terapeutico per la cura delle dipendenze prevede interventi che uniscono farmacologici, psicologici e comunitari. La terapia farmacologica per la dipendenza da oppiacei prevede l’utilizzo di sostanze ad azione agonista e antagonista, a cui affiancare la psicoterapia comportamentale”.

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