Addio ai climatizzatori, c'è il “biomattone” con la canapa - QdS

Addio ai climatizzatori, c’è il “biomattone” con la canapa

Rosario Battiato

Addio ai climatizzatori, c’è il “biomattone” con la canapa

venerdì 04 Ottobre 2019

Studio Enea e Polimi su una tecnologia in grado di raffrescare gli edifici e sottrarre CO2 dall’atmosfera. Effettuati alcuni test sulle prestazioni ambientali del “calcecanapulo” anche in Sicilia

PALERMO – Sarà un mattone, anzi un biomattone, a climatizzare le abitazioni del futuro e a salvare l’ambiente. La nuova tecnologia è stata definita nel corso dello studio condotto da Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) e Politecnico di Milano nell’ambito del progetto “Riqualificazione energetica degli edifici pubblici esistenti: direzione nZEB”, finanziato dalla Ricerca di Sistema Elettrico del Ministero dello Sviluppo Economico. Alcuni test sono stati svolti in Sicilia.

RAFFRESCARE LA CASA
Il biomattone consente di mantenere in casa nei periodi di grande caldo una temperatura media di 26 gradi ed evitare così il ricorso alla climatizzazione. Si tratta di un prodotto ricavato da “una miscela di calce e canapulo – si legge nella nota dell’Agenzia nazionale –, lo ‘scarto’ legnoso della canapa”, un materiale che “abbina basso impatto ambientale, alte prestazioni energetiche, traspirabilità, ottime capacità isolanti, protezione dall’umidità e comfort”.

LA PROVA SUL CAMPO
I ricercatori dell’Enea hanno lavorato sulla valutazione delle prestazioni ambientali del “calcecanapulo” mediante l’analisi del ciclo di vita (LCA), effettuando, inoltre, “dapprima prove in laboratorio in camera climatica a 23° e a 35° e successivamente anche una campagna di misure ‘in situ’, in Sicilia e in Veneto, su edifici realizzati con le stesse tecnologie”.

RIQUALIFICARE IL PATRIMONIO EDILIZIO
Puntare sulla costruzione e riqualificazione del patrimonio edilizio nazionale, visto anche l’ampio utilizzo dei condizionatori nel corso del periodo estivo e il contestuale consumo di energia, potrebbe incidere in maniera determinante nei consumi dei Paesi a clima caldo-temperato, permettendo risparmi che arrivano fino al 50% del totale della spesa. Un sistema che garantirebbe di fatto anche un notevole taglio delle emissioni, considerando che, stando a uno studio Enea, i “consumi energetici delle abitazioni in Italia sono responsabili del 45% delle emissioni di CO2”.

IL PARERE DEL RICERCATORE
Giovanni Dotelli, Politecnico di Milano, ha spiegato che “lo studio ha evidenziato nel complesso un bilancio ambientale molto positivo per quanto riguarda l’impronta di carbonio: in pratica la parete in blocchi in calcecanapulo funziona come un sistema in grado di sottrarre CO2 dall’atmosfera e tenerla bloccata per un tempo sufficientemente lungo”.

SICILIANI PIGRI
Sul tema della riqualificazione energetica, tuttavia, i siciliani restano particolarmente pigri. Nel corso del 2018 appena l’1,8% del totale della spesa per interventi di riqualificazione energetica si è registrato in Sicilia, appena 60,6 milioni su un totale di 3,3 miliardi. Andando nel dettaglio, secondo i dati forniti dall’Enea nell’ottavo rapporto annuale sull’efficienza energetica, ci sono stati 8.407 gli interventi nel settore residenziale, per 60,6 milioni di euro di investimenti e un risparmio inferiore a 20 Gwh/anno. Quanto fatto dai siciliani tra il 2014 e il 2018, cioè 330 milioni di euro investiti, vale meno della metà di quanto realizzato dalla Lombardia soltanto in un anno (784,9 milioni di euro lo scorso anno).

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