AGRIGENTO – All’interno dell’ospedale San Giovanni di Dio è stato eseguito per la prima volta “un delicato, doppio intervento chirurgico per la collocazione di un neurostimolatore midollare a un paziente affetto da dolore cronico”.
L’operazione, come fatto sapere dai sanitari, è stata “perfettamente ultimata dall’equipe dell’ambulatorio di terapia del dolore, afferente all’Unità operativa complessa di Anestesia e Rianimazione diretta da Gerlando Fiorica, la metodica interventistica apre di fatto a nuove prospettive di cura per tutti quei pazienti agrigentini, affetti da dolore cronico resistente alla terapia farmacologica e non farmacologica, che possono adesso ricevere nuovi trattamenti altamente specializzati nella propria città senza dover ricorrere a fastidiosi spostamenti fuori provincia”.
Nel caso trattato, il paziente era già stato sottoposto in precedenza a un intervento per il posizionamento di un neurostimolatore midollare presso un altro ospedale della Sicilia. Non più funzionante perché dislocato dalla sua posizione originaria e quindi inefficace ai fini del controllo del dolore, il dispositivo preesistente è stato prima rimosso al San Giovanni di Dio e poi sostituito con un nuovo impianto di ultima generazione.
Gli stimolatori midollari sono strumenti ultra specialistici, e molto costosi, che vengono impiegati nel controllo del dolore cronico in quei pazienti che, come detto, sono risultati resistenti ai trattamenti farmacologici e alle terapie infiltrative invasive. Sono composti da un catetere stimolatore impiantato nel canale vertebrale, adagiato sul midollo spinale e collegato ad un generatore delle dimensioni di un pace-maker da cui partono impulsi elettrici a basso voltaggio che vengono trasmessi al midollo. In questa maniera riescono a interferire direttamente e tramite modifiche strutturali su quella parte del sistema nervoso centrale deputato alla trasmissione e modulazione del dolore. Il recupero funzionale e la liberazione dal dolore sono progressivi e costanti, con conseguente miglioramento della qualità di vita dei pazienti che, addirittura, potranno utilizzare un telecomando per modificare e regolare l’intensità della stimolazione prodotta dal dispositivo collocato sottopelle.
L’intervento, eseguito in sala operatoria con un’anestesia locale associata a una lieve sedazione, è stato condotto dall’equipe dell’ambulatorio di terapia del dolore diretta dal Salvatore Farruggia con la collaborazione di Massimiliano Pinelli e Massimiliano di Miceli.