ROMA – Sono 299 i prodotti agroalimentari italiani di qualità al 3 dicembre 2018, un paniere in crescita dell’1,4% rispetto al 2017. Lo segnala il rapporto 2018 pubblicato ieri dall’Istat che delinea anche la geografia di queste produzioni agroalimentari certificate.
Sono 4981 i Comuni dove è presente almeno un settore di prodotti di qualità e il 52% è nell’Italia settentrionale. Oltre il 90% la quota dei Comuni di Valle d’Aosta, Umbria ed Emilia Romagna con almeno una produzione Dop, Igp e Stg. In crescita, segnala l’Istat, anche il numero di operatori certificati nel settore agroalimentare di qualità cresce del 3,4% tra il 2017 e il 2018.
In aumento i produttori (+4,4%), in particolare quelli attivi nella preparazione di carni (+53,2%), grazie anche al traino di 5 prodotti: il Prosciutto di Norcia in Umbria e Capocollo, Pancetta, Salsiccia e Soppressa provenienti dalla Calabria. Mentre i trasformatori si riducono dell’1,2%. Prosegue inoltre il calo della presenza femminile fra i produttori (14,5% nel 2018 contro 16,2% dell’anno precedente) e i trasformatori (12,6% contro 13,8%).
Tra i principali prodotti italiani di origine animale, rileva il rapporto sulle produzioni agroalimentari di qualità pubblicato dall’Istat, con oltre 3.000 allevamenti sono da evidenziare il Pecorino romano – con oltre 13mila produttori che gestiscono altrettanti allevamenti (+17,4% rispetto al 2017) – e il Pecorino sardo per il quale sia i produttori che le strutture superano le 7,2mila unità (+0,9%).
Nel settore delle Carni fresche confermano il loro primato l’Agnello di Sardegna (+4,8%) e il Vitellone bianco dell’Appennino Centrale (+1% per i produttori e +1,2% per gli allevamenti). Nella Preparazione di carni – settore dove un allevamento può essere certificato contemporaneamente per più prodotti – il numero di produttori varia tra 2.790 (per il prodotto Valle d’Aosta Jambon de Bosses) e 3.123 (per il Ciauscolo).
Per i prodotti di origine vegetale, con oltre 3mila ettari di superficie, la SAU destinata alla coltivazione di Ortofrutticoli e cereali cresce del 15% rispetto al 2017. In questo settore, le maggiori quote di superficie sono dedicate alla produzione della Mela Alto Adige o Sudtiroler Apfel, al Fungo di Borgotaro e al Pomodoro di San Marzano dell’Agro Sarnese-Nocerino.
Complessivamente, queste tre coltivazioni ricoprono circa il 45% della SAU destinata a questo settore. Sempre tra i prodotti di origine vegetale, una quota rilevante di superficie agricola (Sau), oltre 135mila ettari, -9,8% rispetto al 2017, è impiegata per la produzione di Oli extravergine di oliva. Tra i primi 5 prodotti si collocano l’olio Toscano, la Terra di Bari, la Sicilia e l’Olio di Calabria. Complessivamente, per la coltivazione di questi prodotti, è impiegato circa il 73% della Sau totale di questo settore.