L’Autorità di bacino della Regione Siciliana ha attivato le misure di mitigazione per le aree colpite dall’alluvione dello scorso 13 ottobre, in particolare in provincia di Trapani.
A comunicarlo, attraverso una nota, è la stessa Regione Siciliana.
“Lo scopo è quello di non doversi trovare nuovamente nelle stesse condizioni successive all’alluvione del 13 ottobre scorso, che ha causato danni ingenti alla popolazione e a numerose attività produttive nel Trapanese. Per questo, l’Autorità di bacino del distretto idrografico della Sicilia ha già attivato tutta una serie di misure finalizzate alla mitigazione del rischio, concordate con la presidenza della Regione Siciliana, con il Dipartimento regionale di Protezione civile e con le amministrazioni comunali coinvolte nell’evento”, si legge nella nota.
In particolare, sono già stati avviati direttamente dai tecnici e dalle imprese dell’Autorità di bacino, gli interventi di rimozione della folta vegetazione invasiva presente nell’alveo del torrente Verderame e il consolidamento degli argini, nel tratto a valle del viadotto ferroviario e fino alla foce.
L’Autorità di bacino, inoltre, acquisito il progetto esecutivo da parte dell’ufficio del Genio civile di Trapani, ne ha finanziato gli interventi per un importo di 260mila euro. Si tratta di lavori da eseguire nell’alveo del torrente Verderame, nel tratto a monte del viadotto ferroviario, fino al Comune di Paceco.
A seguito di un’apposita manifestazione di interesse, l’ufficio diretto dal segretario generale Leonardo Santoro ha commissionato per un totale di 30mila euro all’università Kore di Enna uno studio finalizzato all’individuazione delle cause che hanno generato l’evento alluvionale e le relative azioni di mitigazione. Si è poi stimato l’intervento che la Struttura commissariale per la mitigazione del dissesto idrogeologico in Sicilia poi programmerà finanziariamente.
Infine, sempre su richiesta dell’Autorità di bacino, è stata concordata con Ferrovie spa la realizzazione di interventi di ripristino degli argini, abbattuti dalla piena sopraggiunta sul viadotto ferroviario a monte del torrente Verderame e la sua pulizia nei tratti a monte e a valle del corso d’acqua a ridosso dell’infrastruttura ferroviaria.