Neurologo, geriatra, medico clinico di laboratorio e radiologo: questi i professionisti coinvolti oggi nella diagnosi precoce delle demenze all’interno del servizio dedicato dell’A.O.U.P. “Paolo Giaccone” di Palermo. Il servizio è attivo da diversi anni e, attraverso la valutazione di specifici biomarcatori, consente di effettuare una diagnosi precoce di demenza, di differenziarne le diverse forme e di monitorarne il decorso.
A parlarne al Quotidiano di Sicilia è Marcello Ciaccio, professore ordinario di biochimica clinica e presidente della facoltà di Medicina e Chirurgia dell’università di Palermo, direttore del Dipartimento di Diagnostica di laboratorio del Policlinico Universitario di Palermo e Past-President della Società Italiana di Biochimica Clinica – Medicina di Laboratorio.
“Palermo è tra i 15 centri, a livello nazionale, ad avere attivato da diversi anni, all’interno dell’Unità Operativa Complessa di Medicina di Laboratorio dell’A.O.U.P “Paolo Giaccone”, il settore specialistico di neurochimica clinica nel quale si esegue il dosaggio di un pannello completo di biomarcatori per la demenza e a cui possono accedere soggetti che presentano segni sospetti di demenza, come perdita di memoria, disorientamento spazio-temporale, disturbi comportamentali, inclusi i soggetti con familiarità per tale patologia neurodegenerativa. In particolare, oggi, è possibile effettuare specifici test biochimico-clinici (beta-amiloide, TAU totale e fosforilata, alfa-sinucleina, neurogranina, neurofilamenti pesanti e leggeri) e genetici (APO-E) che consentono una diagnosi precoce e accurata di demenza, in modo da poter consentire al paziente di iniziare tempestivamente un percorso di cura multidisciplinare che coinvolge diverse figure professionali, quali il neurologo, il geriatra, il medico clinico di laboratorio, il radiologo, lo psicologo, e il medico di medicina generale, con l’obiettivo comune di migliorare la qualità di vita del paziente e dei suoi familiari”.
“Attualmente, sono disponibili alcuni farmaci per curare la sintomatologia, riducendo, seppur temporaneamente, il declino cognitivo. Sono in corso numerosi studi clinici a livello mondiale per l’identificazione di farmaci che possano bloccare la progressione della malattia. Recentemente, è stato approvato in America l’utilizzo di un farmaco che potrebbe essere in grado di bloccare la malattia, ma sono necessari ancora numerosi studi per provarne la reale validità.
Non posso dire il tempo necessario per disporre di una cura efficace, ma sono fiducioso che nei prossimi anni assisteremo a importanti progressi che porteranno alla disponibilità di farmaci in grado di contrastare la malattia”.
Diagnosi, assistenza, multidisciplinarietà sono le caratteristiche di un percorso medico e socio-assistenziale che sia in grado di assicurare al paziente affetto da demenza e alla sua famiglia una qualità di vita dignitosa in attesa di una terapia efficace che si spera possa essere disponibile in tempi brevi.
Angela Ganci