Capitello ionico trovato in un pozzo dell'area urbana di Gela - QdS

Capitello ionico trovato in un pozzo dell’area urbana di Gela

redazione

Capitello ionico trovato in un pozzo dell’area urbana di Gela

venerdì 10 Luglio 2020

Databile tra il sesto e il quinto secolo avanti Cristo, probabilmente era parte della decorazione di un edificio pubblico. La scoperta durante dei lavori per la posa di cavi elettrici condotto sotto la sorveglianza della Soprintendenza nissena

GELA (CL) – Un capitello ionico di grandi dimensioni è stato ritrovato all’interno di un pozzo circolare nell’area urbana. Realizzato in pietra arenaria, e’ stato rinvenuto in via Sabello durante i lavori di scavo per la posa di cavi elettrici condotto sotto la sorveglianza archeologica della Soprintendenza dei Beni Culturali di Caltanissetta.

“Ancora una volta gli scavi in ambito urbano a Gela restituiscono frammenti di storia di uno dei piu’ importanti insediamenti greci del Mediterraneo” ha affermato l’assessore dei Beni culturali e dell’identità siciliana, Alberto Samonà. “è proprio il caso di dire che in Sicilia – ha continuato – ogni pietra racconta una terra generosa e ricca di testimonianze antiche. Dovremmo apprezzare ancora di più la nostra storia e testimoniarne con orgoglio l’appartenenza”. “Sono molto grato alla soprintendenza – ha concluso Samonà – per lo scrupoloso lavoro di vigilanza ed invito i siciliani, e non solo loro, a visitare maggiormente i musei e i parchi archeologici che sono miniere di testimonianze anche approfittando delle prime domeniche del mese in cui i luoghi della cultura della Sicilia resteranno aperti al pubblico gratuitamente per favorire la valorizzazione e la conoscenza del patrimonio dei beni culturali regionale”.

Il capitello è un esemplare in stile ionico delle dimensioni di 60 cm di lunghezza per 51 di profondità e 34 di altezza, decorato sul versante frontale dalla caratteristica coppia di volute contrapposte, legate tra loro da un cordoncino ricurvo a rilievo. Due cordoncini alla base segnano il raccordo con la sottostante colonna verosimilmente caratterizzata da scanalature verticali che è attualmente in fase di estrazione dal suolo. Da un primo tentativo di inquadramento cronologico e culturale, sembra possibile ipotizzare che si tratti di un unico manufatto di cui le lastre costituivano verosimilmente parte della trabeazione, mentre il capitello avrà costituito una decorazione anteriore dell’edificio con collocazione storica tra la fine del VI e il V secolo a.C. e, per il decoro e l’accuratezza degli elementi architettonici impiegati, potrebbe trattarsi di un edificio pubblico.

“Il ritrovamento è eccezionale – ha aggiunto la soprintendente Daniela Vullo – sia per l’integrità’ dei manufatti lapidei che per la presenza dell’ordine ionico nel capitello vista la rarita’ degli esemplari documentati in ambito gelese e cioè gli unici due rinvenuti negli anni ‘50 all’interno di una cisterna nell’area dell’Acropoli oggi custoditi presso il locale Museo archeologico regionale”.

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