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Archeologia, nell’agrigentino Sant’Angelo Muxaro affiorano i resti di una necropoli del IV millennio a.C.

AGRIGENTO – Produrre risultati sorprendenti. È quanto si legge in una nota della Regione, che rende noto come a Sant’Angelo Muxaro, piccolo centro dell’entroterra agrigentino, le ricerche in località “Monte M’pisu”, nelle tombe a pozzetto della necropoli eneolitica risalente al IV millennio avanti Cristo, hanno infatti portato alla luce vasi e resti scheletrici molto interessanti. I ritrovamenti saranno sottoposti, nei prossimi giorni,esami scientifici e specifici che consentiranno di identificarne il contenuto. Le analisi isotopiche sui reperti scheletrici serviranno a identificare, invece, il tipo di dieta alimentare adottata dalla popolazione.

“La valorizzazione del nostro patrimonio archeologico – ha sottolineato il presidente della Regione – è una delle priorità del mio governo. Quello di Sant’Angelo Muxaro ‘ uno degli otto cantieri che abbiamo attivato in tutta l’Isola, dopo un’interruzione di oltre dieci anni, per aprire una nuova stagione che consentirà alla nostra terra di ottenere un duplice risultato: da un lato arricchire l’offerta del nostro immenso giacimento culturale a turisti, studiosi e curiosi, dall’altro conservare la nostra memoria”.

Di grande rilevanza anche le indagini sul Monte Castello, alta e inaccessibile rocca sul fiume Platani identificata con Kamicos, cui è legato un patrimonio di leggende che ruotano intorno alla figura del cretese Minosse e del re sicano Kokalos. Un saggio in profondità, infatti, ha rivelato la presenza umana già cinquemila anni prima di Cristo mostrando reperti di ossidiana di Lipari e Pantelleria che documentano già nel Neolitico rapporti commerciali ad ampio raggio.