Ars, il governo nazionale impugna la legge sul turismo nautico - QdS

Ars, il governo nazionale impugna la legge sul turismo nautico

Raffaella Pessina

Ars, il governo nazionale impugna la legge sul turismo nautico

venerdì 02 Agosto 2019

Secondo la ministro Erika Stefani della Lega Nord, la norma approvata dall'Assemblea siciliana in giugno che disciplina i marina resort, violerebbe la competenza esclusiva statale in materia di tutela della concorrenza

ROMA – Il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro per gli affari regionali e le autonomie Erika Stefani, ha deciso di impugnare la legge della Regione Sicilia n. 8 del 07/06/2019, “Norme per lo sviluppo del turismo nautico. Disciplina dei marina resort. Norme in materia di elezioni degli organi degli enti di area vasta”, “in quanto alcune disposizioni riguardanti le concessioni demaniali marittime a scopo turistico-ricreativo eccedono dalle competenze attribuite alla Regione siciliana dallo Statuto di autonomia, e violano la competenza esclusiva statale in materia di tutela della concorrenza di cui all’articolo 117, secondo comma, lettera e), della Costituzione”.
La legge era stata promossa dalla commissione Cultura dell’Ars e ha avuto come relatore Giovanni Bulla (Udc).

I marina resort sono strutture attrezzate per l’attracco delle imbarcazioni da diporto che prevedono l’offerta di servizi accessori per chi sosta e pernotta in questi porti attrezzati. Oltre a riconoscere queste strutture turistiche, la legge fissava il procedimento amministrativo per l’apertura e le agevolazioni per chi ha una concessione del demanio marittimo utilizzato come marina resort.

Le riduzioni, inoltre, sarebbero state maggiori in tutta la fase di costruzione delle strutture turistiche e fin quando l’azienda non avesse raggiunto un equilibrio fra investimenti e ricavi.

Il presidente della commissione Luca Sammartino del Partito democratico aveva cantato vittoria (forse troppo presto). “Finalmente – aveva commentato – abbiamo disciplinato le attività dei marina resort con una norma che servirà ad incentivare il turismo nautico agevolando le imprese del settore e aumentando anche i livelli occupazionali”.
“Grazie alla legge sarà possibile recuperare le marinerie, i porti turistici e si punta un aumento dell’indotto collegato al turismo. Inoltre – aveva spiegato Sammartino – le imprese avranno una riduzione dei canoni demaniali, verrà applicata l’Iva al 10% per chi usufruisce dei servizi, saranno previste esenzioni su mu e Tasi e verrà eliminata la tassa sugli imbullonati”.

Anche Giusi Savarino (#DiventeràBellissima), rivendicando la maternità del ddl, ha espresso soddisfazione per l’approvazione della legge. È un nuovo modo di fare turismo dalle enormi potenzialità e che – ha detto – meritava una regolamentazione giuridica e misure economiche concrete per incentivare l’avvio del settore”.

Sui buoni propositi del Parlamento siciliano è calata invece la scure del Consiglio dei Ministri. Un duro destino cui sembrano andare incontro quasi tutte le poche leggi che escono da Sala d’Ercole di Palazzo dei Normanni, soprattutto da quando è stata eliminata la figura del Commissario dello Stato. L’11 giugno scorso la legge era stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale della Regione siciliana.

Si tratta di un documento che si compone di soli otto articoli: un testo nel quale era prevista anche la istituzione del boat and breakfast, il soggiorno e il pernottamento in una barca ormeggiata in uno dei tanti porti turistici. Una alternativa al comune bed&breakfast in una normale abitazione.

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