Ars, il Consiglio dei Ministri ha impugnato la legge regionale sul taglio ai vitalizi - QdS

Ars, il Consiglio dei Ministri ha impugnato la legge regionale sul taglio ai vitalizi

Raffaella Pessina

Ars, il Consiglio dei Ministri ha impugnato la legge regionale sul taglio ai vitalizi

venerdì 24 Gennaio 2020

“Violano principi uguaglianza e ragionevolezza sanciti dalla Costituzione”. Tagli senza criterio e a tempo, una bocciatura “annunciata”. La deputata Marano (M5s) al QdS: "Ars insensibile ad ogni nostra proposta"

ROMA – Il Consiglio dei Ministri ha impugnato la legge della Regione siciliana sugli assegni vitalizi. Ancora una volta la mannaia è caduta su un provvedimento approvato dall’Assemblea regionale siciliana. L’Ars aveva approvato la legge lo scorso 27 novembre, col voto contrario del M5S che aveva definito la legge “un vero e proprio indecente capolavoro”.

Il testo era stato addirittura elaborato da una Commissione speciale con la previsione di un risparmio, nel quinquennio, di circa 10 milioni di euro. In un comunicato di Palazzo Chigi, emesso al termine della riunione del CdM, viene motivata l’impugnativa: Alcune “disposizioni riguardanti i trattamenti previdenziali e i vitalizi del Presidente della Regione, dei Consiglieri e degli Assessori regionali violano – si legge – il principio di uguaglianza e ragionevolezza, sancito dalla Costituzione, nonché i principi di coordinamento della finanza pubblica e di leale collaborazione”.
La norma prevede una riduzione lineare del 9,25%, con un ulteriore 5% che si applica per gli assegni da 32 a 67 mila euro e del 10% per quelli oltre i 62 mila euro. I tagli (2 milioni all’anno) sono entrati in vigore dall’1 dicembre del 2019. Attualmente l’Ars sborsa circa 18 milioni di euro per i vitalizi agli ex deputati. La storia è nota e già ai tempi avevamo trattato l’argomento sottolineando che il provvedimento era a rischio impugnativa.

Di questi argomenti il Qds aveva già parlato con un’inchiesta uscita nello scorso mese di novembre.

Inoltre, mentre tutte le altre regioni avevano recepito la linea indicata dal Governo nazionale, la Sicilia si era attardata al punto da rischiare di incorrere nella penalizzazione stabilita da Roma, ossia una sostanziosa decurtazione dei trasferimenti statali alla Regione.
Sarcastico e amaro il commento di Vincenzo Figuccia dell’Udc: “Non ci voleva certo un economista per evidenziare come una limatura così supina su quelli che sono diventati veri e propri privilegi medievali, avrebbe incontrato il disappunto di Roma – ha detto Figuccia – Se la casta, con il compiacimento del Pd, pensava di aver tutelato sé stessa con una sforbiciata light, adesso è bene che si proceda celermente ad una revisione di quanto stabilito per portare un taglio da prefisso telefonico ad un taglio serio e corposo”. Ironicamente Figuccia considera la manovra operata dall’Ars “un taglio beffa”. “I matematici direbbero come volevasi dimostrare…. Qualche arrogantello a Sala d’Ercole si era addirittura vantato per quella che di fatto da una vittoria di Pirro, si è rivelata una disfatta di Caporetto – rincara il deputato dell’Udc – La Sicilia, non dimentichiamolo, rischia ancora una decurtazione pari a 70 milioni di euro di trasferimenti dallo Stato che rappresenterebbero somme vitali da rendere in servizi ai Siciliani. Un fatto che sarebbe di una gravità senza precedenti. Pertanto continuo a chiedere la responsabilità di tutti e che si apportino immediatamente i necessari correttivi alla norma”.

L’aspetto più critico della legge sui vitalizi della Sicilia, che ha convinto il Consiglio dei Ministri ad impugnarla, sarebbe quello della temporalità della norma, in quanto il taglio è previsto per soli cinque anni. Sarà adesso la Corte costituzionale a pronunciarsi sull’intero impianto normativo. Il verdetto della Consulta avrà inoltre effetti sulle disposizioni normative assunte dalle altre Regioni. Si è dunque avverato quanto titolato dal Quotidiano di Sicilia nell’inchiesta del 14 novembre scorso sul rischio della scure di Roma sul taglio ai vitalizi degli ex parlamentari siciliani. E ancora una volta il parlamento siciliano dovrà tornare sui suoi passi, per legiferare in linea con le direttive nazionali.

La deputata grillina, José Marano: “Ars insensibile ad ogni nostra proposta”

“Ecco il risultato di una legge votata in fretta in Aula con la tagliola applicata dal presidente Miccichè durante la sua discussione: incostituzionale. Abbiamo cercato di far ragionare l’Assemblea ma ci siamo sempre scontrati con un muro di gomma, insensibile ad ogni nostra proposta ma con il solo obiettivo di continuare a difendere questo inaccettabile privilegio. Hanno lottato con tutte le loro forze per tenersi stretto il privilegio e aumentarsi pure le pensioni. Hanno dimostrato di non voler invertire rotta, hanno dimostrato ancora per l’ennesima volta di essere diversi dai cittadini ‘normali’. È semplicemente vergognoso”. A parlare è José Marano, deputato regionale del Movimento Cinquestelle, intervistata dal Quotidiano di Sicilia.

Il presidente dell’Ars, Gianfranco Micciché: “Finalmente si pronuncerà la Consulta”

Diametralmente opposta, la considerazione del presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè: “L’aspetto importante, direi fondamentale – ha dichiarato Miccichè – è che questa norma finalmente in qualche maniera arrivi alla Corte costituzionale, che potrà dire la sua sulla validità o meno del meccanismo.Una volta che alla Consulta arriva una legge sul taglio dei vitalizi, qualunque essa sia, dovrà pronunciarsi sull’insieme dell’impianto – ha aggiunto il presidente dell’Ars – e non è escluso che dica che sia incostituzionale il taglio. Finora non c’è stato nessun ricorso, non lo avevano fatto Camera e Senato e neppure le altre 19 Regioni che hanno supinamente accettato l’impianto”.
Non demorde dunque Miccichè, il quale non ha mai fatto mistero di non condividere in pieno la decisione di tagliare i vitalizi ai deputati siciliani.

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