Attenzione, in Sicilia è “vietato ammalarsi” - QdS

Attenzione, in Sicilia è “vietato ammalarsi”

redazione

Attenzione, in Sicilia è “vietato ammalarsi”

venerdì 05 Luglio 2019

Si preannuncia l’ennesima estate di disservizi nella sanità a causa dell’atavica e mai risolta carenza di personale

L’estate del 2019, già iniziata ma non ancora al culmine, si preannuncia davvero disastrosa in termini di assistenza sanitaria pubblica in Sicilia a causa delle gravissime difficoltà legate alla ormai drammatica carenza di personale. Né è ipotizzabile un sostegno dalla sanità privata nostrana di piccolo cabotaggio che da sempre quando arriva l’estate tira i remi in barca perché il budget assegnatole dalla Regione è giù in cassaforte, quindi tutti al mare.

A dispetto dei proclami mediatici e delle pochissime procedure assunzionali portate a termine con fatica e tanto tanto ritardo, i numeri negli ospedali pubblici sono sempre più sconfortanti: mancano medici ma soprattutto infermieri, tecnici e personale sociosanitario. E col periodo estivo ci sono anche di mezzo le ferie, benedette e sacrosante, spesso attese da mesi che in molti casi sono quelle dell’anno passato non godute per esigenze di servizio. In tanti hanno avuto durante l’anno pochissimi giorni festivi da dedicare alla propria famiglia e al tempo libero: l’ospedale non chiude mai, trecentosessantacinque giorni all’anno per ventiquattrore su ventiquattro i malati hanno bisogno di assistenza continua e le emergenze non conoscono né orario né festività comandate.

A dispetto delle criticità si prova, ma non sempre si riesce, a mantenere il livello standard di assistenza al paziente, moltiplicando energie e sforzi. In estate tuttavia cresce invece il numero dei pazienti negli ospedali pubblici per svariati motivi: oltre al già citato aspetto legato al Privato accreditato che riduce l’attività, c’è anche l’aspetto legato agli anziani che vengono “parcheggiati” nei Reparti ospedalieri da famiglie desiderose di una vacanza che non può essere messa in discussione dai bisogni assistenziali di un anziano genitore o di un nonno/nonna non del tutto autosufficiente.

La soluzione stenta a trovarsi e anche le procedure assunzionali avviate dall’assessorato regionale della Salute non è certo che abbiano risvolti positivi sulla carenza di personale e soprattutto in tempi rapidi. Le recenti assunzioni di medici di Pronto soccorso e di anestesia e rianimazione finora sono state fatte solo nel bacino orientale, mentre le procedure concorsuali per il bacino occidentale sono ancora in corso.

Si è appena concluso il concorso del bacino Sicilia occidentale per le aree di emergenza (anche se la graduatoria definitiva deve essere ancora esitata e per quanto riguarda la reale immissione in servizio se ne parlerà con ogni probabilità ad agosto) ma tutto ciò rischia di non cambiare nulla o quasi. Sugli oltre 100 posti messi a concorso, i candidati che si sono presentati sono stati soltanto 46, meno del 50% e molti di questi per di più sono già in servizio a tempo determinato oppure prestano servizio in altre Province rispetto a quella di provenienza e nella quale abitano le famiglie.

Si partecipa spesso per ottenere un riavvicinamento che le procedure di mobilità non hanno finora consentito e che nei prossimi 3 anni non lo faranno perché sospese dalla Legge 56 di conversione del cosiddetto Decreto Concretezza. E in diversi tra i partecipanti, qualora fossero destinati lontano da casa, probabilmente rinunceranno in attesa di tempi migliori e del prossimo concorso che non tarderà ad arrivare. Alla fine dei conti saranno pochissimi i nuovi ingressi nei Pronto Soccorso della Sicilia occidentale e il tanto atteso e sbandierato concorso di bacino sarà un flop colossale.

A meno di soluzioni dell’ultimo minuto – ma non si riesce ad intravedere quale lampo di genio possa scaturire dalla politica e dai manager della sanità – la situazione rimarrà estremamente critica nei prossimi mesi e, estate a parte, anche l’autunno si preannuncia caldo perché in tanti andranno in pensione approfittando di quota 100. Né la soluzione per tamponare le falle del Ssr siciliano possono essere quelle prospettate dal Decreto Calabria perché assumere oggi gli specializzandi di ultimo anno, se pure fossero disponibili, non darebbe alcuna mano d’aiuto immediata.

Per non parlare poi della abnorme carenza di personale infermieristico e sociosanitario. In quest’ambito i numeri sono ancor più impressionanti e la situazione è aggravata dal fatto che con una popolazione di personale molto avanti negli anni, molti di questi soggetti hanno problemi di salute e fisici e spesso non svolgono più da tempo le mansioni del profilo professionale. Questa situazione non consente pertanto di sostituirli perché, sulla carta, in alcune aziende gli organici risultano al completo o quasi, ma i Reparti degli ospedali restano vuoti. E comunque i concorsi per questo indispensabile personale sono ancora al palo.

È un quadro desolante quello della sanità pubblica isolana e in tale contesto risulta tragicamente irriverente il recente annuncio dell’assessore Razza di mantenere aperti gli ambulatori la sera e la domenica quando non ci sono le risorse per l’attività ordinaria. Queste prese in giro potrebbero almeno essere risparmiate ai cittadini siciliani che oltre al danno subiscono la beffa.

Quando soffia il Maestrale il mare si ingrossa anche in estate e, da divertimento per grandi e piccini, può trasformarsi in pericolo anche mortale. Per scongiurare guai vengono allora issate le bandierine rosse che segnalano il pericolo ai bagnanti più distratti o temerari intimando il divieto di balneazione. Forse anche negli ospedali siciliani, in questa torrida estate 2019, vedremo sventolare le bandierine rosse che metteranno in guardia i malcapitati pazienti sui rischi che corrono varcandone la soglia e magari vedremo i cartelli con su scritto: “ATTENZIONE: PERICOLO! VIETATO AMMALARSI”.

Giuseppe Riccardo Spampinato
Segretario nazionale Cimo

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