Ars, emigrazione, “Ripristinare la Consulta regionale" - QdS

Ars, emigrazione, “Ripristinare la Consulta regionale”

redazione

Ars, emigrazione, “Ripristinare la Consulta regionale”

giovedì 10 Settembre 2020

Lo chiedono i deputati di Attiva Sicilia, secondo i quali è indispensabile “Riattivare le risorse per i progetti proposti dalle associazioni dei siciliani sparsi nel mondo, canale di sbocco fondamentale per i prodotti regionali"

PALERMO –  Ripristinare la Consulta regionale dell’emigrazione e dell’immigrazione e riattivare i finanziamenti per i progetti proposti dalle associazioni di siciliani sparsi nel mondo.
Lo chiedono i deputati di Attiva Sicilia all’Assemblea regionale siciliana, Angela Foti, Elena Pagana, Matteo Mangiacavallo, Valentina Palmeri e Sergio Tancredi attraverso un’interrogazione rivolta al presidente della Regione siciliana e all’assessore regionale della Famiglia, delle politiche sociali e del lavoro.

“I siciliani nel mondo e le associazioni che hanno creato nelle Paesi in cui si sono stabiliti – sottolinea Angela Foti, vicepresidente dell’Ars e componente del gruppo Attiva Sicilia – rappresentano un canale di sbocco fondamentale per il mercato dei prodotti regionali, perché riescono a creare una fitta rete di contatti tra produttori e consumatori esteri. Una rete che va assolutamente valorizzata, specialmente in questo periodo di crisi dovuti alla pandemia”.

Foti sottolinea anche che “il mancato ripristino della Consulta regionale dell’emigrazione e dell’immigrazione, non più in funzione dal 2010, non ha consentito alla Regione di essere rappresentata alla riunione delle consulte regionali che hanno incontrato il Consiglio di presidenza del Consiglio generale degli italiani all’estero nell’aprile 2019. Eppure la Sicilia era stata la prima regione italiana a istituirla”.

La Consulta e i fondi per i progetti delle associazioni, secondo Foti, sono due strumenti di grande importanza sociale ed economica: “Da un lato – dice – agevolerebbero il mantenimento dei rapporti tra gli emigrati, oggi sempre più laureati e con alte specializzazioni, con il territorio di origine. Dall’altro rappresenterebbero canali privilegiati per la diffusione dei prodotti siciliani”.

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