Autonomia, fumata nera sulla legge che danneggia il Meridione - QdS

Autonomia, fumata nera sulla legge che danneggia il Meridione

redazione

Autonomia, fumata nera sulla legge che danneggia il Meridione

mercoledì 26 Giugno 2019

Inutile il vertice conclusosi nella notte a Palazzo Chigi: il testo non approderà mercoledì in Consiglio dei ministri. Netto lo scontro Lega Nord-Movimento cinque stelle sull'iter. E, dopo Reggio Calabria, l'Autunno caldo è più vicino

Nulla di fatto sulle Autonomie: dopo il vertice di tre ore conclusosi nella notte a Palazzo Chigi, è stato deciso che il testo non approderà mercoledì in Consiglio dei ministri come era stato prima previsto.

Il premier Giuseppe Conte e i due vice, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, a quanto si apprende, si riaggiorneranno in una nuova riunione sul tema.

L’incontro è previsto per mercoledì della prossima settimana.

Fonti grilline cercano di gettare acqua sul fuoco riguardo all’evidente strappo con la Lega Nord: “L’autonomia è nel contratto e si farà – dicono – ma le riunioni servono per far condividere le cose. Quando si governa in due le cose di fanno in due. Quindi nessun blocco”.

Ma è braccio di ferro con la Lega Nord, c’è.

Nella notte fonti leghiste hanno fatto sapere che “sull’Autonomia i 5 stelle fanno muro e si nascondo dietro ai burocrati e così abbiamo avuto l’ennesima riunione andata a vuoto”.

“I 5 stelle chiedono tempo – hanno sottolineato – e così nessun nodo è risolto. Bloccano qualsiasi iniziativa”.

Tra l’altro il passaggio in Cdm sarebbe soltanto il primo atto dell’iter, visto che poi dovrebbero essere convocate le Regioni.

Che hanno interessi opposti, soprattutto dopo il disastro delle circolari applicative sul Federalismo fiscale voluto proprio dalla Lega Nord nel 2011 e che sta causando gravissimi danni ai Comuni del Sud.

Il principio secondo cui la spesa di ogni ente pubblico deve essere finanziata da risorse proprie, infatti, avrebbero dovuto avere delle perequazioni, dei contrappesi che non hanno avuto.

Le circolari applicative, inoltre – come ben spiegato nel libro “Zero al Sud”, del giornalista Marco Esposito che sostiene che il federalismo fiscale è stato applicato in maniera “perversa” – hanno fatto saltare i bilanci degli enti meridionali.

La nuova legge sull’Autonomia, anche questa fortemente voluta dalla Lega Nord, rappresenterebbe un’ulteriore mazzata per le regioni del Sud in particolare su settori come Sanità e Scuola.

Il vertice conclusosi nella notte sarebbe dovuto servire proprio a sciogliere i nodi sui singoli accordi con le regioni “forti”, ossia Veneto, Lombardia, Emilia Romagna.

E per evitare che in Parlamento sia battaglia – molti esponenti del M5s sembrerebbero decisi a votare contro l’Autonomia che danneggia ancor di più il meridione – i leghisti vorrebbero che il passaggio dalle Camere fosse snello, light.

Diversa la strategia pentastellata che vorrebbero invece un esame approfondito da parte di tutte le Commissioni parlamentari interessate e un dibattito in aula.

Con la possibilità, dunque, di innestare emendamenti che possano depotenziare un provvedimento che potrebbe rappresentare la pietra tombale per gli enti locali meridionali.

Sullo sfondo, restano il pasticciaccio brutto della minaccia d’infrazione da parte dell’Ue e la minaccia delle elezioni anticipate.

Dopo l’imponente manifestazione sindacale di Reggio Calabria, che ha nuovamente posto con forza sul tappeto la questione meridionale dopo decenni di imposizioni della Lega Nord ai governi Berlusconi, con i disastrosi risultati sotto gli occhi di tutti, l’autunno caldo si avvicina ad ampie falcate.

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