“Autonomia, no a sanità differenziata, sì all’efficienza” - QdS

“Autonomia, no a sanità differenziata, sì all’efficienza”

Raffaella Pessina

“Autonomia, no a sanità differenziata, sì all’efficienza”

giovedì 05 Dicembre 2019

A Palermo medici a confronto con il ministro per gli Affari regionali, Boccia. L’assessore Razza: “Vedremo se il governo manterrà le promesse”

PALERMO – Le regioni del Sud oppongono un fermo “No” alla autonomia differenziata paventando il rischio di una “frammentazione” della Sanità. La questione è stata discussa nel corso di un incontro che si è volto ieri a Palermo alla presenza del ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, il quale ha voluto rassicurare che quello sulla autonomia delle Regioni “sarà un disegno di legge collegato alla manovra, ci saranno poi i confronti parlamentari, l’ultima parola la dirà il Parlamento, che è sovrano”.

“Sulla legge quadro – ha continuato il ministro – c’è una condivisione generale delle Regioni. Non toccherà assolutamente il Patto della salute, tocca invece le regole costituzionali che devono essere rispettate quando si avviano le intese, ai sensi dell’articolo 116. Dall’attivazione del 116, se la legge quadro sarà entrata in vigore, saranno rispettati anche gli articoli 119, la perequazione, il 117 e il 118. Perequazione infrastrutturale a favore delle aree in ritardo di sviluppo tra Sud e Nord, e delle aree di montagna interne avranno la priorità. Stessa priorità avranno i Lep (Livelli essenziali di prestazione), che saranno definiti per tempo. è una proposta che non ha colori politici perché serve a mettere in sicurezza il Paese”.

Scettico l’assessore regionale della Salute, Ruggero Razza: “Il tema dell’autonomia e della sanità non è della Sicilia – ha detto – ma attiene al rapporto tra Regioni e Stato in relazione alla richiesta di alcune regioni di ottenere una maggiore autonomia, in esecuzione del Titolo V della Costituzione. Noi non abbiamo posto alcuna difficoltà rispetto a una tale legittima richiesta. La Conferenza delle Regioni ha condiviso il disegno di legge approvato dal Consiglio dei ministri, ma oggi il tema è chiedere al governo nazionale se quello che dice in materia di autonomia poi lo fa, visto che propone il Patto della salute, che è quanto di più centralista possa esistere. Le prossime giornate ci diranno se il governo nazionale parla con una sola voce o è dislessico”.

Un no corale ad una sanità differenziata è arrivato dagli Omceo siciliani, della Sardegna e della Calabria.Critico Toti Amato, presidente dei medici siciliani: “Stiamo parlando di trasformazioni che possono incidere anche sulla tenuta sociale di un Paese unito e solidale – ha detto Amato – dove oggi il medico è chiamato non solo a curare e sapere ascoltare, ma ad avere anche la funzione politica di garante del diritto insopprimibile di salute: da una parte, somministrando farmaci, dall’altra somministrando coesione sociale, destreggiandosi tra appropriatezza prescrittiva, governo della spesa farmaceutica e garanzia della cura migliore”.
Per Rosa Giaquinta, presidente dell’Ordine dei medici di Ragusa, “la politica ha il dovere etico di tenere unita la sanità perché frammentare il sistema significa far venire meno la coesione sociale”.

In linea anche il presidente Giovanni D’Ippolito, che guida l’Ordine di Caltanissetta: “Sono assolutamente contrario ad una sanità differenziata. In ogni caso deve svilupparsi in un sistema armonioso che abbia regole chiare e precise”. “Oggi la sanità vede da un parte un cittadino sempre più esigente, dall’altro risorse sempre più limitate. Non abbiamo bisogno di autonomia – ha sottolineato il presidente dell’Omceo di Enna, Renato Mancuso – è il sistema che deve essere efficientato, ma dallo Stato”.

“L’autonomia non è il sistema per risolvere i problemi – ha detto il presidente dell’Omceo di Cosenza, Eugenio Corcioni . Come altre regioni del Sud, in queste condizioni non potremo mai competere”.
Il presidente dei medici di Cagliari, Raimondo Ibba, ha puntato il dito contro un “regionalismo non previsto dalla Costituzione perché tutto basato sulle differenze economiche. Le Regioni del Nord vogliono ridurre – ha detto – lo stato di sostenibilità delle regioni del Sud, facendo cadere il principio della solidarietà, che è invece l’anima valoriale del servizio sanitario italiano”. Presente anche l’assessore regionale alla Formazione Roberto Lagalla.

“In una visione di autonomia differenziata e di cambiamento, sia della funzione del medico che delle attività sanitarie, la formazione resta uno degli ambiti più cruciali della sanità pubblica. La Sicilia deve trovarsi pronta”.

Tag:

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017