Basta citrulli in Parlamento ma i leader politici sostengano gli esami - QdS

Basta citrulli in Parlamento ma i leader politici sostengano gli esami

Carlo Alberto Tregua

Basta citrulli in Parlamento ma i leader politici sostengano gli esami

giovedì 26 Marzo 2020

Non è più possibile che un qualunque citrullo (persona che agisce con poco cervello) diventi senatore, deputato nazionale, consigliere o deputato regionale, peraltro ben remunerato con indennità, gratuità ed altre prebende, abbastanza generosamente, date dai cittadini che gli hanno affidato il mandato.
Vi è una regola etica, cui la politica dovrebbe conformarsi, che stabilisce il principio ineludibile, secondo il quale solo i migliori e i più capaci possono rappresentare gli altri.
È evidente, per conseguenza, che debba esservi una selezione che determini chi siano i migliori e i più capaci. Non si può prescindere da essa senza arrivare all’attuale situazione che vede centinaia e centinaia di parlamentari del tutto incompetenti ed inconcludenti, soggetti per conseguenza a tanti dirigenti pubblici che gli fanno fare quello che vogliono.
Solo il competente può gestire altre professionalità senza farsene sommergere. Solo chi ha esperienze e conoscenze accumulate in anni di varie attività, sostenute da saperi e studi continui, può essere in condizione di gestire gli altri.

Non si è mai visto un direttore d’orchestra che governa sessanta/ottanta/centoventi professori-musicisti che non abbia più competenze di loro. Non si è mai visto un comandante di aereo che non abbia tutti i requisiti professionali per assumere la responsabilità della vita di centinaia di passeggeri che trasporta. Non si è mai visto un amministratore delegato di un grande gruppo imprenditoriale che non abbia le competenze per farlo marciare e per ottenere quei risultati economici per cui è stato scelto dai soci.
Non si capisce perché le regole citate non debbano essere utilizzate ed applicate in politica, ove, invece, tutto è permesso, compreso il fatto che persone non capaci di badare a se stesse, di trovare o di inventare un lavoro, di botto vanno ad occupare uno scranno istituzionale, per svolgere attività delicate, che abbisognano di competenze, di saperi e di professionalità.
Di fronte a queste argomentazioni, qualcuno obietterà che la Democrazia, per esprimersi, non deve avere vincoli di sorte e che tutti i cittadini debbano considerarsi idonei a diventare dirigenti istituzionali. Ma tutto questo, vero sul piano etico, nuoce alla Comunità.
La questione che poniamo da decenni, oggi dimostra, inequivocabilmente, come sia vera e concreta. La dimostrazione è data dai fatti e cioè che una classe dirigente politica ha portato il nostro meraviglioso Paese ad essere l’ultimo in Europa, superato perfino dalla ex derelitta Grecia.
Ultimo in Europa, nonostante i suoi tesori di ogni genere, nonostante l’imprenditorialità, ricca e vivace, nonostante la genialità di moltissimi talenti. è un vero peccato che la mancata selezione di una classe dirigente politica capace e competente divenga una palla al piede di tutti i cittadini, che non solo non aiuta a migliorare la loro situazione economica e sociale, ma la zavorra, la appesantisce, la attira verso il fondo.
Ormai si è finito di raschiare proprio il fondo del barile, non ci sono molte chance per riprendere in tempi ragionevoli la strada della crescita, della quale c’è urgente bisogno per migliorare le prospettive delle nuove generazioni.

Il Coronavirus, questa sorta di diversa influenza rispetto a quella ordinaria che arriva ogni anno, ha creato una psicosi terribile fra la gente, svuotando tutti i luoghi pubblici, dagli stadi, ai cinema e teatri, ai ristoranti, ai musei, alle chiese, ai negozi, alle scuole, alle università e via elencando. A nostro sommesso avviso la paura ha attanagliato i nostri governanti facendo loro prendere misure drastiche, eccessive e fuori luogo, che danneggeranno il Paese per tutto quest’anno, facendolo entrare in recessione.
Aerei vuoti, turismo scolastico annullato, revoca delle prenotazioni di milioni di turisti stranieri, psicosi drammatica diffusasi fra la gente, sono fra i guai di un comportamento che per dare sicurezza a pochi ha danneggiato molti.
È vero, il Covid-19 si trasmette con facilità; è vero, la scienza medica e la ricerca non sanno ancora di preciso cosa sia tale virus, ma è anche vero che il buonsenso dei politici, se fossero competenti, avrebbe dovuto evitare sia il panico che la distruzione di una porzione di ricchezza, difficilmente ricostruibile in tempi ragionevoli.

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