Bibbiano, Carletti scarcerato, torna a fare il sindaco - QdS

Bibbiano, Carletti scarcerato, torna a fare il sindaco

redazione web

Bibbiano, Carletti scarcerato, torna a fare il sindaco

giovedì 05 Dicembre 2019

Per la Cassazione non doveva essere arrestato. Si smonta come un sufflé l'infamante campagna politica contro il Pd che ha caratterizzato l'azione di Lega Nord, Fratelli d'Italia e anche M5s. Zingaretti, "Parlateci ora, di Bibbiano, e vergognatevi"

La suprema corte di Cassazione ieri ha revocato l’obbligo di dimora nei confronti di Andrea Carletti, il sindaco Pd di Bibbiano, indagato per lo scandalo “Angeli e Demoni” sul presunto sistema di affidi illeciti di minori scoppiato in Val d’Enza, in provincia di Reggio Emilia, nel giugno scorso quando il politico venne arrestato.

A distanza di sei mesi ora è tornato libero, perché, secondo la Cassazione non sussistevano le condizioni per l’arresto e quindi per una misura cautelare.

Il primo cittadino, sospeso dal ruolo su decisione del Prefetto e autosospesosi dal Partito Democratico, è ancora accusato di abuso di ufficio e falso per l’affidamento di locali per la cura di minori, ma la vicenda, per quanto lo riguarda, viene così fortemente ridimensionata. E si smonta come un sufflé l’infamante campagna politica contro il Pd che ha caratterizzato l’azione di Lega Nord, Fratelli d’Italia e anche M5s.

“Andrea Carletti da oggi può tornare a fare il sindaco in Municipio a Bibbiano, nel pieno delle sue funzioni”, ha confermato la Prefetto di Reggio Emilia, Maria Grazia Forte.

“Riassaporare dopo cinque mesi il gusto della libertà è una sensazione indescrivibile”, ha detto Carletti.

“Ora tornerò al silenzio – ha aggiunto -, non perché non abbia delle cose da dire, anzi, ma per il doveroso rispetto di chi sta ancora conducendo le indagini e soprattutto delle famiglie e dei minori coinvolti”, prosegue.

Durissimo il segretario del Pd Nicola Zingaretti: “Parlateci ora di Bibbiano, ora che la Giustizia sta facendo chiarezza e ha tutto il nostro sostegno. A chi ha utilizzato una storia di cronaca giudiziaria per organizzarci una campagna politica dico nuovamente: vergognatevi!”.

“La campagna indecente contro il Pd e il sindaco di Bibbiano – ha aggiunto – non si dimentica. Ma oggi c’è una altra domanda. Chi chiederà scusa ad Andrea Carletti e alle persone messe alla gogna ingiustamente?”.

“Vi ricordate – ha attaccato Matteo Renzi – la storia di Bibbiano? L’attacco violento di Lega e Cinque Stelle al sindaco? Le pagliacciate in Parlamento e sui social con lo slogan “Parlateci di Bibbiano?”. Bene. Ieri la Cassazione ha detto che quel sindaco NON doveva essere arrestato. Una montagna di fango vergognosa contro un uomo che non meritava quel trattamento”.

“Ricorderete – ha aggiunto – come l’arresto venne usato: il grimaldello per costruire la battaglia politica di chi ha più a cuore i sondaggi che la verità. La giustizia è una cosa seria. Lasciarla in mano ai giustizialisti rende questo Paese un posto barbaro. In attesa che qualcuno chieda scusa, un abbraccio a quel Sindaco. Non smetteremo mai di chiedere giustizia e verità contro il populismo e gli slogan. No, non smetteremo MAI”.

“Abbiamo ancora negli occhi – ha sottolineato Stefano Vaccari, della segreteria dem – l’immagine vergognosa della scritta sulla maglietta indossata nell’aula del Senato da Lucia Borgonzoni, che dovrebbe porgere le sue scuse al sindaco Andrea Carletti. ‘Parlateci di Bibbiano’ diceva la scritta. Ne parli lei, adesso, come ne stanno parlando i giudici con gli atti, facendo chiarezza rispetto al fango gettato dalla Lega”.

Lucia Borgonzoni, già sottosegretaria leghista alla Cultura – dichiarò fieramente di non aver letto un solo libro in tre anni – che come Salvini ha una spiccata propensione alle sceneggiate, sarebbe la candidata leghista come governatore dell’Emilia.

“Ora, cara Borgonzoni, parlatene voi di Bibbiano, voi che avete usato e strumentalizzato biecamente questa vicenda per cercare di trarre vantaggi politici con una campagna diffamatoria, distillando quotidiano veleno. Dovete solo chiedere scusa”.

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