Bimba morta a Palermo per sfida social, parla TikTok - QdS

Bimba morta a Palermo per sfida social, parla TikTok

redazione web

Bimba morta a Palermo per sfida social, parla TikTok

sabato 23 Gennaio 2021

Dopo il blocco da parte del Garante. Un portavoce, la privacy è una priorità, stiamo analizzando l'informativa dell'Authority e lavoriamo per tutelare gli utenti. Oggi l'autopsia sulla piccola Antonella. I suoi organi salveranno quattro bambini

Dopo lo stop di ieri da parte del Garante per la Privacy per tutti gli account del social “per i quali non sia stata accertata con sicurezza l’età anagrafica”, TikTok ha fatto sapere di lavorare “costantemente per rafforzare le nostre policy, i nostri processi e le nostre tecnologie per proteggere tutta la nostra community e i nostri utenti più giovani in particolare”.

Lo scrive, in una nota, un portavoce di TikTok dopo il caso di Antonella, dieci anni, morta soffocata nel bagno di casa a Palermo mentre partecipava sul social cinese a una challenge che simulava il soffocamento.

“Abbiamo ricevuto e stiamo analizzando l’informativa del Garante – si legge nella nota – e la privacy e la sicurezza sono una priorità assoluta”.

Il blocco degli account, che durerà fino al 15 febbraio, non è l’unica misura che il Garante ha deciso di intraprendere: entro quella data infatti si riserverà ulteriori valutazioni anche all’attenzione dell’Autorità irlandese, “considerato che recentemente TikTok ha comunicato di avere fissato il proprio stabilimento principale in Irlanda”.

Un’iniziativa quella del Garante che mira a evitare nuove tragedie come quella della piccola Antonella.
Già in dicembre l’Authority aveva contestato a TikTok una serie di violazioni proprio in relazione ai minori: scarsa attenzione alla loro tutela, facilità di infrangere il divieto di iscrizione agli under 13, poca trasparenza e rispetto per la privacy.

Una morte insensata quella della bambina palermitana: avrebbe partecipato al Black out challenge, una assurda competizione in cui vince chi resiste più a lungo dopo essersi stretto attorno al collo una cintura.

La ragazzina è stata trovata in bagno con la cintura di un accappatoio avvolta attorno alla gola e agganciata a un termosifone.

I genitori l’hanno portata in ospedale, ma i danni cerebrali dovuti alla mancanza di ossigeno sono apparsi subito gravissimi.

La Procura di Palermo e la Procura dei Minori, che indagano per istigazione al suicidio a carico di ignoti, hanno disposto l’autopsia, che si svolgerà oggi nell’istituto di Medicina Legale del Policlinico.

La bambina aveva diversi profili su FB e TikTok e col telefonino, che è stato sequestrato e dal quale gli inquirenti contano di acquisire elementi importanti per comprendere cosa sia accaduto, potrebbe essere stato registrato il video degli ultimi istanti di vita della bambina che sarebbe poi dovuto finire sul social cinese come prova della partecipazione alla sfida.

I suoi organi ora salveranno la vita a quattro bambini.

“Abbiamo scelto di dire sì alla donazione perché nostra figlia avrebbe detto di farlo. Era una bambina generosa. E visto che non possiamo averla più con noi, abbiamo ritenuto giusto aiutare altre persone”, hanno dichiarato ieri, ancora sotto choc, i genitori.

Subito dopo aver saputo dai medici che non c’era più nulla da fare e che era stata dichiarata la morte cerebrale della bambina, hanno acconsentito all’espianto degli organi.

Il prelievo è stato fatto all’ospedale dei Bambini: il fegato, che è stato diviso a metà e destinato a due piccoli pazienti, i reni e il pancreas.

Ieri uno striscione è stato appeso al balcone dell’istituto comprensivo statale Perez Calcutta in via Maqueda, nel centro storico di Palermo, frequentato da Antonella.

“Ciao, per anni ti abbiamo tenuto per mano, ora ti terremo nel cuore” c’era scritto.

“Mi ha chiamato la ministro Lucia Azzolina – dice la dirigente scolastica Laura Pollichino – e ho ribadito alla rappresentante del governo l’estrema rabbia per quanto successo. Le maestre mi hanno riferito che la mamma seguiva la figlia in maniera attenta e premurosa. Purtroppo la cronaca dimostra che questi episodi non sono isolati e bisogna porvi un freno”.

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