Bologna, sequestro beni per 30 milioni a imprenditore “fiscalmente pericoloso” - QdS

Bologna, sequestro beni per 30 milioni a imprenditore “fiscalmente pericoloso”

redazione

Bologna, sequestro beni per 30 milioni a imprenditore “fiscalmente pericoloso”

mercoledì 22 Gennaio 2020

Provvedimento della GdF è lo sviluppo dell’operazione “Mille miglia” eseguita nel 2016. L’uomo dal 1979 a oggi aveva dichiarato redditi per soli 165 mila euro

BOLOGNA – I militari della Guardia di Finanza di Bologna hanno eseguito un sequestro di prevenzione di beni mobili, immobili, disponibilità finanziarie e quote societarie – detenuti anche all’estero – del valore di circa 30 milioni di euro, appartenenti a un imprenditore formalmente residente nel principato di Monaco ma, di fatto, domiciliato in provincia di Pavia, in quanto ritenuto “soggetto fiscalmente e socialmente pericoloso”. Il provvedimento è stato disposto dal Tribunale di Bologna, accogliendo la richiesta formulata dal pm Roberto Ceroni, titolare delle indagini della locale Direzione distrettuale antimafia.

Tra i beni oggetto di sequestro da parte del nucleo di polizia economico finanziaria di Bologna rientrano dieci immobili (tra cui tre complessi immobiliari di pregio, con parco, piscina e autorimessa, di cui due siti nel pavese e uno ubicato a picco sul mare nella prestigiosa località francese di Roquebrune-Cap Martin, del valore di circa sette milioni), oltre 30 autovetture (tra cui spiccano diverse Bentley, Range Rover, Ferrari e prestigiose auto d’epoca), quote societarie e disponibilità finanziarie.

Il provvedimento cautelare costituisce lo sviluppo dell’operazione “Mille Miglia” eseguita nel 2016, nel corso della quale l’imprenditore era stato denunciato, insieme ad altre 14 persone e arrestato per aver distratto dal patrimonio del fallimento di una società, con sede in Bologna, beni per circa 7,5 milioni di euro. È stato anche appurato come l’imprenditore, sebbene fittiziamente residente all’estero, commerciasse autoveicoli di assoluto pregio in Italia, evadendo le imposte e omettendo di dichiarare redditi per circa 96 milioni di euro.

Al termine delle indagini, le fiamme gialle hanno ricostruito la lunga storia criminale dell’imprenditore: diversi reati di usura, riciclaggio, bancarotte fraudolente e un’evasione fiscale “pluriennale e colossale”, tanto da accumulare, dal 1984 ad oggi, sia come persona fisica sia tramite le numerose persone giuridiche di comodo a lui riconducibili, un debito verso l’erario quantificabile in oltre 140 milioni di euro. Gli approfondimenti investigativi condotti hanno permesso quindi di evidenziare in capo all’imprenditore una “pericolosità sociale e fiscale, storica, concreta ed attuale”.

L’uomo, oltre ad aver commesso i reati, è risultato, formalmente, pressoché nullatenente e indigente. Dal 1979 ad oggi ha complessivamente dichiarato redditi per soli 165 mila euro, pur disponendo – di fatto – di un patrimonio del valore stimato di circa 30 milioni di euro, non solo in Italia ma anche in altri Paesi europei.

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