Il controllo dell’impianto elettrico della propria casa è certamente una delle operazioni fondamentali da effettuare, sia per quanto riguarda le nuove abitazioni sia per quegli alloggi di vecchia data, al fine di garantire la sicurezza dei residenti.
In presenza di un impianto vetusto, è necessario provvedere al suo rifacimento e, in alcuni casi, i costi che i cittadini sono costretti ad affrontare possono non essere indifferenti.
A tal proposito, un aiuto può giungere dal Bonus impianto elettrico 2023. La norma è stata confermata anche per l’anno in corso dalla Manovra approvata dal Parlamento a fine 2022 e fornisce degli incentivi a chi decide di effettuare il rifacimento dell’installazione.
Il Bonus è costituito da una detrazione IRPEF del 50% sulle spese sostenute, fino a un massimo di 96mila euro. A conti fatti, dunque, il contribuente potrà sottrarre un importo pari e non oltre di 48mila euro.
Chi sono i soggetti che possono accedere al Bonus impianto elettrico 2023? Nell’elenco figurano proprietari, locatari, titolari di un diritto come usufrutto, uso e abitazione, soci di cooperative, imprenditori e soggetti indicati nell’articolo 5 nel Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR).
La detrazione, richiedibile entro il 31 dicembre 2023, verrà concessa sotto forma di detrazione sulla dichiarazione dei redditi e sarà spalmata in dieci rate distribuite su altrettanti anni. La detrazione può essere effettuata anche attraverso uno sconto in fattura o con una cessione del credito a istituti bancari.
Per richiedere il Bonus impianto elettrico 2023, l’abitazione dove dovranno essere effettuati gli interventi dovrà essere adibita soltanto a uso residenziale. Non possono essere richieste detrazioni per quelle abitazioni di nuova costruzione.
Inoltre, lo stesso impianto dovrà essere in linea con la norma CEI 64-8, che contiene le prescrizioni per la progettazione e la realizzazione di un impianto elettrico utilizzatore di bassa tensione. Sarà necessario, poi, essere in possesso di una dichiarazione di conformità o rispondenza dell’impianto alle norme, così come descritto dal decreto ministeriale 37/08.
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