Borsellino, Scarpinato, "Aveva capito chi c'era dietro strage Capaci" - QdS

Borsellino, Scarpinato, “Aveva capito chi c’era dietro strage Capaci”

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Borsellino, Scarpinato, “Aveva capito chi c’era dietro strage Capaci”

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mercoledì 16 Giugno 2021

Lo dice l'ex procuratore generale Roberto Scarpinato audito dalla commissione regionale Antimafia

“Per capire perché è stato ucciso Paolo Borsellino e soprattutto perchè l’attentato venne deliberato e realizzato in tutta fretta, la domanda da farsi è cosa poteva fare Borsellino non cosa avesse fatto. Borsellino ha capito cosa c’era dietro la strage di Capaci e che dietro l’eccidio c’erano entità esterne.

E aveva annotato tutto questo nell’agenda rossa scrivendo che c’erano entità superiori dinnanzi alle quali capì lui stesso di non avere scampo. Se Borsellino fosse andato a Caltanissetta con l’agenda rossa sarebbe scoppiata la bomba. Era un catalizzatore, sarebbe bastato che dicesse ‘qui c’è un piano di destabilizzazione’ e cosa sarebbe accaduto? I pentiti si fidavano di lui, bisognava fermarlo”.

Lo dice l’ex procuratore generale Roberto Scarpinato audito dalla commissione regionale Antimafia che indaga sul depistaggio delle indagini sulla strage di via D’Amelio.

“Il pentito Gaspare Mutolo – prosegue – anticipò a Falcone che avrebbe parlato di Contrada (ex numero due del Sisde poi condannato per concorso esterno in associazione mafiosa ndr) e il braccio destro di Borsellino, Carmelo Canale, ha raccontato di essere stato presente a un incontro tra Falcone e Borsellino in cui era stato detto che appena Mutolo avesse deciso di collaborare avrebbero messo le manette a Contrada”. Sulla decisione di anticipare la strage di Via d’Amelio Scarpinato ha detto: “era in ballo, dopo Capaci, la conversione della norma sul 41 bis e in Parlamento c’era una dialettica molto forte e una maggioranza garantista. Nonostante ciò Riina decide che la strage deve essere seguita prima del 7 agosto, data di conversione del decreto, rischiando quel che poi è avvenuto e cioè che la norma sull’onda di ciò che era accaduto fosse approvata”. Una fretta che Scarpinato giustifica solo alla luce di quel che dicono alcuni pentiti e cioè che Riina “aveva preso accordi con soggetti esterni”.

“La storia dei depistaggi purtroppo non è finita. Capisco che Giuseppe Graviano vuole difendersi ma perchè si fa carico di Aiello (ex agente dei Servizi deviati ritenuto killer di Stato ndr) e indica come possibile esecutori delle stragi soggetti morti o parla dell’agenda rossa che sarebbe stata trafugata da un magistrato? Graviano sembra scriva sotto dettatura dei Servizi”. Lo dice l’ex procuratore generale di Palermo Roberto Scarpinato audito dalla commissione regionale Antimafia sul depisitaggio delle indagini sulla strage di Via D’Amelio.

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