Bullismo, "Deriso perché ero obeso", contrastare il fatshaming - QdS

Bullismo, “Deriso perché ero obeso”, contrastare il fatshaming

redazione web

Bullismo, “Deriso perché ero obeso”, contrastare il fatshaming

giovedì 30 Gennaio 2020

Il deputato del Pd Filippo Sensi racconta in aula la sua storia intervenendo sulla proposta di legge sul bullismo. "Fare prevenzione e sostenere e supportare chi ne è vittima evitando che la vergogna sia una condanna sancita dallo sguardo degli altri"

“Sono stato per tutta la vita e sono, cito, un ‘cicciabomba’, un ‘cannoniere’, un ‘panzone’, un ‘trippone’, una ‘ palla di lardo’. Una volta un ragazzino mi gridò: ‘Sensi mi fai senso’, lo ricordo come fosse adesso”.

E’ quanto ha raccontato nell’Aula della Camera Filippo Sensi (Pd) durante l’esame della proposta di legge sul bullismo.

Sensi ha parlato della sua storia personale illustrando un ordine del giorno relativo al ‘bodyshaming’ e al ‘fatshaming’, la tendenza di giudicare, offendere o deridere una persona per una sua peculiarità fisica, che oggi è resa ancor più popolare dai social.
E, raccogliendo un lungo applauso dell’Aula, l’ex portavoce di Matteo Renzi e Paolo Gentiloni a Palazzo Chigi, ha raccontato la sua storia.

Sebbene abbia ultimamente perso tantissimi chili, Sensi ha parlato dell’obesità come se ancora ne soffrisse.

E ha invitato i deputati a “considerare con attenzione queste specificità poiché riguardano le questioni del corpo”.

“Chiunque mi conosce – ha detto – sa che sul mio peso scherzo, ci sorrido, lo esorcizzo, ma mi ci misuro ogni giorno e sento questo sguardo che pesa, che mi pesa. Non tutti ci riescono e facciamo finta sia un passo avanti scherzarci su, ma quando sei ragazzo, o magari ragazza, è ancora più difficile, maledettamente più difficile”.

Non tutti “ci scherzano su”, spesso “ci si chiude in casa e si seppellisce la derisione mangiando”.

“Ancora, ancora e ancora – ha detto -, il cibo come anestesia, stordimento per non sentirli più, per non sentirsi più. Perdersi lì dentro perché nessuno ci trovi, tanto nessuno ci cerca”.

Per questo, ha sottolineato, bisogna “fare prevenzione, sostenere e supportare chi è vittima del fatshaming, evitando che la vergogna sia un destino ineluttabile, una condanna sancita dallo sguardo degli altri che può essere il gesto più violento e aggressivo di cui siamo capaci”.

L’Aula che ha ascoltato la testimonianza applaude a lungo il parlamentare di dem.

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