Calcio a Catania, Giovannone e il progetto: "Il mio gruppo una garanzia"

Calcio a Catania, Giovannone: “Il mio gruppo una garanzia, gli altri…”. Poi la stoccata a Parisi

Antonino Lo Re

Calcio a Catania, Giovannone: “Il mio gruppo una garanzia, gli altri…”. Poi la stoccata a Parisi

Vittorio Sangiorgi  |
giovedì 23 Giugno 2022

L’imprenditore laziale, intervistato da QdS.it, ha fornito i dettagli del suo progetto per la ripartenza del calcio a Catania

Tra le manifestazioni d’interesse per la costituzione di una società rappresentativa della città di Catania, c’è anche quella dell’imprenditore Luca Giovannone. 58enne originario di Ceccano, cittadina della provincia di Frosinone, guida l’agenzia per il lavoro Osmosi Spa, realtà tramite la quale si è attivato per la sua proposta. Si tratta di un’agenzia interinale, che secondo l’ultimo bilancio disponibile fattura annualmente 15 milioni, la cui quota di maggioranza fa capo allo stesso Giovannone (75%), mentre quella di minoranza appartiene alla società Lumarle S.r.l. QdS.it ha intervistato l’imprenditore laziale per conoscere meglio il suo progetto.

Quote societarie e azionariato popolare

“In riferimento alla società calcistica – esordisce Giovannone – io avrò il 100% delle quote. Osmosi guiderà tutto l’aspetto finanziario finché la società non potrà camminare da sola”. A proposito della sua interlocuzione con l’associazione Catania rossazzurra, che rappresenta uno dei progetti di azionariato popolare nato dai tifosi rossazzurri dice: “Da parte mia c’è apertura totale, sono disposto a riservare il massimo delle quote prevista dalla legge. Questo, però, non vuol dire che vado in cerca di soldi. Io non ho bisogno di nessuno, però ci sono questi tifosi che si sono attivati, si ed hanno cercato di rendersi disponibili per il bene del Catania. Al Catania vogliamo tutti bene, quindi ribadisco che da parte mia c’è apertura totale”.

Fabiani e Borbone gli uomini di Giovannone

“Qualche nome scelto per la futura società? Angelo Fabiani, che ha portato la Salernitana in Serie A vincendo contro il miliardario Berlusconi, è stato individuato per il ruolo di Direttore sportivo. Questo progetto l’abbiamo scritto io, lui e Giorgio Borbone. Una persona con trent’anni di Catania nel curriculum. Una persona seria, onesta, preparata. La migliore che esista sulla piazza catanese e tra le migliori di Italia”.

L’esperienza al Toro

“Io ho fatto calcio solo una volta, nel 2005 salvai il Torino in una situazione analoga tramite l’allora vigente Lodo Petrucci. Ho fatto l’iscrizione in Serie B, stanziando un budget di 20 milioni e la squadra è stata promossa in A. Cairo arrivò poco tempo più tardi, ho lasciato anche per rispettare la volontà dei tifosi che volevano il più “paperone” tra i due. La squadra andò subito in A con i giocatori che avevo ingaggiato io, poi lui ne aggiunse due-tre ma ha ottenuto la promozione al primo tentativo, con i giocatori scelti da me. Questi sono i miei precedenti, non voglio dire che nessuno può fare meglio di noi, però noi tre siamo una garanzia. Poi il Comune deciderà la proposta che ritiene migliore”.

E alle perplessità che, anche a Catania, possa ripetersi lo stesso schema replica: “Qualcuno ci sta ricamando sopra. A Torino – ricorda l’imprenditore – dopo il mio lavoro di salvataggio, l’iscrizione in B, la formazione delle giovanili, la scelta dei dirigenti e, insomma, la costruzione dell’impalcatura societaria tutta da zero, arrivò lui. Promise anche di portare la squadra in Champions. Mi feci da parte per il bene dei tifosi e perché riconobbi che lui aveva più soldi di me. Questi altri non lo so se ne hanno di più, se hanno un progetto migliore. Degli altri non so nulla, finora ci sono state solo chiacchiere. L’unico che ha fornito un business plan, ha detto con chi lo ha preparato e chi sarà il Ds sono io. Poi, se dovesse vincere un altro, io sarò il primo tifoso del Catania in curva”. Business plan che prevede l’approdo in Serie A nella stagione 2025/26, praticamente una promozione all’anno. Un percorso virtuoso, reso possibile – secondo quanto si legge – da investimenti e conseguenti ricavi sempre maggiori. Grande attenzione prevista anche per lo sviluppo del settore giovanile e per un “aggressiva” campagna di marketing.

Torre del Grifo e l’attacco all’assessore Parisi

“Come scritto nella manifestazione d’interesse – spiega Giovannone – parteciperemo all’asta per Torre del Grifo. La differenza tra me e gli altri è che loro sono stati accompagnati sul posto, come detto in tv, dall’assessore Parisi. A me invece non è stata data questa possibilità, anzi mi sono state chiuse le porte. Ha detto di aver parlato con me, in realtà abbiamo scambiato qualche messaggio ma non mi ha detto nemmeno se lo stadio è in affitto o in comodato d’uso, né a quanto ammonta l’eventuale canone… Avrà i suoi motivi.  Da parte mia c’è apertura totale, anche sugli impianti per gli allenamenti,  in affitto o tramite un eventuale acquisto. Sulla volontà di acquisire il centro sportivo, purtroppo, ad altri è stata data molta enfasi, come se fosse qualcosa di esclusivo da parte loro, ma lo stesso ho fatto io.  Voglio vedere come finirà all’asta, lì non vince chi fa più chiacchiere ma chi offre di più“.

Vittorio Sangiorgi

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