Caltagirone, accusato di aver ucciso la moglie, si suicida - QdS

Caltagirone, accusato di aver ucciso la moglie, si suicida

redazione web

Caltagirone, accusato di aver ucciso la moglie, si suicida

martedì 18 Agosto 2020

Sosteneva che era caduta dalle scale, ma non è stato creduto. Si attende ancora l'esito dell'autopsia sul corpo della donna. Ieri la conferma dell'arresto. Il "verdetto di colpevolezza" nei commenti su Facebook. L'avvocato, "suicidio annunciato"

“Non l’ho uccisa, è caduta dalle scale”.

Così aveva dichiarato questo Giuseppe Randazzo, 50 anni, il ceramista accusato di aver ucciso nei giorni scorsi a Caltagirone la moglie Catya Di Stefano, 46 anni, operatrice socio sanitaria che lavorava con i disabili.

Non è stato creduto, Randazzo.

Ieri il Gip ha confermato il suo arresto e dopo poche ore l’uomo, padre di due bambini, si è suicidato impiccandosi nel carcere calatino in cui era stato rinchiuso.

La Procura di Caltagirone, ha dichiarato il procuratore Giuseppe Verzera, sta adesso “svolgendo tutti gli accertamenti necessari per verificare se ci siano state responsabilità” nella morte di Randazzo.

Un suicidio annunciato

Il legale dell’uomo, l’avvocato Christian Parisi, ha parlato di “suicidio annunciato”, spiegando che Randazzo “più volte durante la permanenza in carcere aveva detto di voler morire”.

“Per questo – rivela il penalista – era stato trasferito in una cella senza suppellettili all’interno, per evitare che si potesse fare del male. Invece, c’è riuscito lo stesso”.

Della morte della moglie, ricostruisce l’avvocato Parisi, “non aveva alcun ricordo, Randazzo aveva rimosso tutto quello che gli era accaduto quel giorno; non ricordava neppure se fosse andato a lavorare, un vero e proprio blackout mentale…”.

I commenti sul profilo Facebook

Una vicenda che, probabilmente, farà ancora discutere quella dell’uomo accusato di avere ucciso, al culmine di una lite, la moglie.

Sul profilo Facebook di Giuseppe Randazzo sono stati postati in questi giorni diversi commenti, alcuni di umana pietà, altri di condanna nei suoi confronti: “Pluri bastardo devi marcire spero che qualcuno ti spaccherà la faccia di m. che hai”. O, dopo il suicidio, “Sta rendendo conto a Dio”.

La donna aveva avviato le pratiche per la richiesta della separazione, Giuseppe Randazzo, invece avrebbe voluto riallacciare la relazione. Ma la moglie era determinata ad andare avanti.

Il pomeriggio di cinque giorni fa Randazzo era andato ad attenderla davanti casa per l’ennesimo tentativo di riappacificazione.

Ne è nato, invece, un violento alterco, finito in tragedia.

La Polizia era intervenuta dopo l’allarme lanciato da vicini di casa che avevano sentito delle urla.

Lui è stato trovato dalla Polizia riverso sulla moglie, in lacrime e in evidente stato di choc.

Dopo un lungo interrogatorio, durante il quale aveva ammesso di avere litigato con la moglie, ma sostenenuto che la donna era morta cadendo dalle scale, la Procura di Caltagirone aveva disposto il suo arresto per omicidio volontario.

Sia Catya Di Stefano sia il marito, avevano sul corpo i segni di una colluttazione.

Ma potrà essere soltamto l’autopsia a chiarire l’esatta causa del decesso della donna. E probabilmente a dire se la tesi del marito suicida fosse compatibile con quanto avvenuto.

Intanto il verdetto popolare ha già chiuso, senza appello, la vicenda: femminicidio.

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