Coronavirus e razzismo, "Cara Italia, non spezzarci il cuore" - QdS

Coronavirus e razzismo, “Cara Italia, non spezzarci il cuore”

redazione

Coronavirus e razzismo, “Cara Italia, non spezzarci il cuore”

martedì 11 Febbraio 2020

Hu Lanbo, direttrice della rivista Cina in Italia, spiega che quello tra i cinesi che vivono in Italia e il nostro Paese è un amore duraturo e profondo. Ma l'allarme legato al virus lo sta mettendo duramente alla prova. TESTO ANCHE IN CINESE

Credevamo che i 10.000 km di distanza che separano l’Italia dalla Cina avrebbero impedito che le fiamme della guerra contro il Coronavirus divampassero anche qui.

Ma l’epidemia del razzismo si sta espandendo in Italia molto più ferocemente di quanto non stia facendo il coronavirus. Sta infettando l’umanità, sta ammalando la società, sta calpestando i sentimenti degli oltre 300.000 cinesi che vivono in questo Paese, sta avvelenando l’amicizia che i due popoli hanno costruito nel corso di molti anni.

Inizialmente siamo rimasti sorpresi dalle discriminazioni che abbiamo subìto da alcuni italiani: 17 anni fa, durante l’epidemia della Sars, solo i ristoranti cinesi risentirono della crisi. Ma stavolta oltre ai ristoranti, ai bar e ai negozi gestiti dai nostri connazionali, la discriminazione si sta riversando anche sulle singole persone. Su decine di migliaia di cinesi.

In questi giorni, l’Italia ci sembra una sconosciuta. Per le strade aleggia ancora l’aroma di caffè, il cielo è sempre dello stesso azzurro, il sole splende come prima, fa buio tardi e la primavera è alle porte… ma gli sguardi della gente sono cambiati. Ci guardano come se noi cinesi fossimo dei virus ambulanti, alcuni arrivano a insultarci e maltrattarci.

“Sono giorni che non trovo il coraggio di uscire di casa. Mi terrorizzano gli sguardi pieni d’odio della gente”. Sono le parole di una giovane cinese che studia qui in Italia.

“Cosa può insegnarci l’Italia? Ha ancora un’utilità studiare qui?”, ha aggiunto un suo compagno.

“L’inaugurazione dell’Anno della Cultura e del Turismo Italia Cina sembrava aver sancito un legame fraterno tra i due popoli. Com’è possibile, a pochi giorni di distanza, che tutto sia cambiato, che non ci riconosciamo più?”, s’interroga un immigrato cinese.

“Sono cinese, e ho delle remore a farmi vedere in giro. Preferisco che sia mio marito ad andare a fare la spesa”, aggiunge una donna.

Questi sono solo alcuni dei commenti, ma non mancano certo quelli più duri. Consideriamo l’Italia la nostra seconda casa. Quando in Cina incombeva ancora il peso della povertà, molti di noi scelsero di venire a vivere qui, qualcuno anche illegalmente. Questo Paese ci donò la speranza, ci regalò una vita migliore dal punto di vista materiale, ci diede un lavoro e un’esistenza serena. I bambini cinesi che sono nati qui amano l’Italia più di quanto non amino la Cina. Hanno gli occhi a mandorla e intanto parlano nei dialetti più disparati: si sentono italiani al 100%. Come è possibile che, in un batter d’occhio, siano considerati “virus”?

Gli studenti cinesi che vengono in Italia hanno dei forti ideali, si dedicano anima e corpo allo studio, lavorando sodo affinché possano diventare, in futuro, la nuova forza su cui regge la cooperazione sino-italiana. Sono giovani e pieni di vitalità, hanno appena iniziato a sognare. Non possono accettare di diventare dei “virus”, e iniziano a sentirsi delusi da questo Paese.

Se qualche politico sta usando questa epidemia come slogan a supporto della propria linea politica, farebbe meglio a fermarsi. Siamo dei semplici, normali immigrati. Vogliamo solo vivere nel miglior modo possibile, lavorare onestamente. Non importa chi sta al potere, noi siamo dei buoni cittadini. Il ministero dell’Istruzione dovrebbe istituire nelle scuole un’ora a settimana di “formazione morale”, così che i giovani imparino da subito a rispettare gli altri popoli. È possibile creare un mondo completamente globalizzato, in cui sia la norma vedere persone di diverse etnie che vivono e lavorano insieme. Facciamo in modo che i giovani studenti capiscano che chi discrimina oggi, potrebbe diventare colui che verrà discriminato domani.

Cara Italia, ti abbiamo sempre amata. Amavamo la tua storia e la tua cultura, il tuo cibo e il tuo buon vino, amavamo il buon cuore del tuo popolo. Quanto ti lasciavamo, cara Italia, ti aggrappavi ai nostri sogni, ed era come se non ti lasciassimo mai, come se non fossimo mai troppo lontani e mai troppo a lungo.

È stato un amore lungo 100 anni, che si è trasmesso per generazioni nel corso di un secolo. Un amore che ha superato guerre, patito grandi sofferenze, sovrastato gli ostacoli della Rivoluzione culturale cinese, arrivando poi a vivere l’apertura al mondo della Cina e, 50 anni fa, l’instaurazione dei rapporti diplomatici con l’Italia. Arrivando oggi all’epidemia del coronavirus iniziata a Wuhan. Tutta questa sofferenza non ha mai intralciato il nostro amore. Solo oggi, per la prima volta, questo virus ci sta facendo dubitare della solidità del nostro sentimento. Proprio come in un matrimonio: quando c’è l’amore, c’è la felicità; quando non c’è più amore, arriva la separazione.

Cara Italia, non spezzarci il cuore. Dimostraci che il cielo non ha cambiato colore, che il sole non splende meno di ieri, che ci guardi ancora con la dolcezza di una volta. Basta un “ciao”, un solo abbraccio, e noi torneremo ad amarti come prima.


意大利,不要伤了我们的心

本以为中国远处抗病毒的战火不会烧到意大利,因为我们隔着近一万公里的距离。但是,意大利种族歧视的病毒来得比冠状病毒要凶猛得多!它毒害着人性,毒害着社会风气;
它伤害着30多万旅意中国人的情感,伤害着我们多年共同建立的友谊。
。对于部分意大利人的歧视行为,初期我们感到震惊。在17年的非典期间,
受害的仅仅是中餐馆。但是,今天不仅是中餐馆、中国人经营的酒吧和商店,
还有我们千万个普通的中国人。
。这些天,我们开始觉得意大利变得陌生,街上的咖啡还是那么香,天还是那么蓝,
阳光依旧灿烂,天黑得晚了,春天就要到了……可是,一些人看我们的目光变了,
好像我们都是病毒,还有的人怀着恶意,粗鲁地对中国人谩骂。
。“我几天不敢出门了,我怕人们不怀好意的目光,我很害怕。”女留学生说。
。“意大利能教给我们什么呢?我们学习研究的成果还有用吗?”男留学生说。
。“怎么文旅年开幕时还跟兄弟似的,几天后就六亲不认了?”男性华侨说。
。“我不想让别人看见我是中国人别扭,只好让意大利老公去超市买菜。”女性华侨说。
这仅仅是几个人的话,议论多种多样,当然也不乏难听的话语。
。意大利,我们称它为第二故乡。在中国还贫穷的时候,很多人作为移民来到这里,
甚至是偷渡来的。意大利给了我们希望,改善了物质生活,使我们在此安居乐业。
孩子们生长在这里,热爱意大利胜于我们中国。他们长着中国人的脸,说带着各地口音的意大利话,他们觉得自己是十足的意大利人!怎么眨眼间都成了冠状病毒!
。我们的留学生,怀着美好的理想,在这里努力学习,力图成为中意合作的生力军。
他们生机勃勃,刚刚开始他们的青春梦想。他们不能接受成为病毒的事实,对意大利开始失望。
。如果有政治家利用中国的疫情来鼓吹他们的政治主张,最好住手。我们只是简单的移民,想过好自己的日子,做好自己的工作。不论谁执政,我们都是好公民。
。教育部的领导也许可以考虑在学校的课程中每周加一小时的道德修养课,
要教育学生懂得尊重其他种族。全球化的进程中,不同族群的人一起生活和工作可能会变为常态。更要让学生懂得,今天对别人的歧视很可能就是明天被歧视!
。意大利,我们曾经非常爱你,爱你的历史和文化,爱你的饮食和美酒,爱你的山川与河流,爱你善良的百姓……我们离开你时,你缠绕在我们的梦里,让我们不能离开太久太远。
。我们和你谈了100年的恋爱,从爷爷的爷爷开始,这爱流淌了一个世纪,经历了两次战争,经历了各种苦难,经历了中国文革的障碍,走到中国的开放,走到中意建交50年,
忽然撞到2020年的武汉冠状病毒疫情。所有的苦难没有阻挡我们的爱,
唯有今天的病毒使我们开始怀疑这情感的真实。如同一场婚姻,爱时甜蜜;不爱了,就是分离。
。意大利,不要再伤我们的心,让我们看蓝天颜色不变,看阳光灿烂如昨天,
你的目光温柔没有变,一声“Ciao”,一个拥抱,让我们爱你如从前。

Articoli correlati

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017