Caritas, “Urgente riformare norme su sovraindebitamento” - QdS

Caritas, “Urgente riformare norme su sovraindebitamento”

redazione

Caritas, “Urgente riformare norme su sovraindebitamento”

sabato 15 Agosto 2020

MILANO – La Caritas ambrosiana chiede la riammissione di un emendamento per una riforma della legge 3/2012 sul sovra indebitamento. L’emendamento è sostenuto da decine di associazioni antiusura, associazioni dei consumatori, professori universitari, operatori del volontariato, che lo ritengono indispensabile per contrastare la diffusione dell’usura. “Nell’ultima seduta della commissione Lavori Pubblici e Affari Costituzionali del Senato – si legge in una nota della Caritas ambrosiana – è stato escluso l’emendamento 40.0.17 che mirava ad ottenere una riforma delle legge 3/2012 sul sovra-indebitamento mediante il recepimento in via immediata delle più rilevanti novità introdotte dal Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza (CCI). I presidenti della commissione hanno motivato l’esclusione ritenendo l’emendamento improponibile per estraneità della materia. Facciamo osservare che su tale emendamento: l’Ufficio Legislativo del Ministero di Giustizia aveva preannunciato parere positivo. Decine di magistrati, di Cassazione e delle sezioni fallimentari dei principali tribunali italiani, avevano manifestato esplicito sostegno. Bankitalia si era pubblicamente espressa a favore”.

“Riteniamo – prosegue il comunicato – che il giudizio d’improponibilità ‘per estraneità alla materia’ sia stato affrettato, forse per la preoccupazione delle migliaia di emendamenti presentati. Chiediamo quindi di riammettere l’emendamento che è non estraneo ma, anzi, completamente pertinente alla materia delle semplificazioni. Semplificherebbe, infatti, la vita di centinaia di migliaia di famiglie sovraindebitate e renderebbe il loro destino economico, sociale, umano (impedendone la disgregazione) simile a quello delle famiglie sovraindebitate europee. Genererebbe una semplificazione e riduzione dei costi della macchina giudiziaria. È infatti noto agli addetti ai lavori che quando un debitore si trova in una situazione d’insolvenza si genera di norma un rilevante numero di procedimenti giudiziari (ricorsi per decreto ingiuntivo, esecuzioni forzate e relative opposizioni), con conseguente svilimento del valore dei beni oggetto di vendite obbligate, nonché effetti negativi sull’organizzazione giudiziaria e sui costi che l’Erario sostiene, a causa del vasto numero di procedimenti avviati senza reale utilità”.

“Centinaia di migliaia di famiglie – conclude la nota – oggi non sono difese dalla legge 3/2012, pur essendo già stata approvata in Parlamento una norma fortemente migliorativa. In vista di un autunno che si preannuncia molto duro per le conseguenze sociali della pandemia da Covid 19, sarebbe drammatico non ascoltare la loro voce”.

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