Cartella esattoriale, per tutti quelli che ne hanno ricevuta una, o per quelli che potrebbero riceverla e ancora per tutti quelli che almeno una volta hanno letto in un articolo del Quotidiano di Sicilia o ne hanno solo sentito parlare, cerchiamo di fare chiarezza su cosa è una cartella esattoriale, e come funziona. Gli ultimi aggiornamenti, dall’invio via pec delle cartelle esattoriali, alla rottamazione, alla “pace fiscale“.
Ecco perché e quando si riceve una cartella esattoriale, e cosa bisogna fare dopo. Ecco tutte le informazioni utili per gli utenti.
Quando un privato deve incassare del denaro, può avviare una procedura che certifichi il credito vantato per rifarsi sul debitore.
Quando non è un privato ma è un ente pubblico a vantare un credito nei confronti di una persona fisica o giuridica (più semplicemente un cittadino o un’azienda) il titolo esecutivo si chiama appunto “cartella esattoriale” oppure “cartella di pagamento“.
La cartella esattoriale viene emessa da un Agente per la riscossione esattoriale che, di fatto, si fa carico di recuperare una somma di denaro per conto dell’ente pubblico nei cui confronti il contribuente ha un debito. Quando il debito è verso lo Stato o una delle sue emanazioni centrali interviene l’Agenzia Entrate-Riscossione (per molti conosciuta come l’ormai ex Equitalia).
La cartella esattoriale è un atto che apre le porte all’esecuzione forzata a danno del contribuente. Di fatto è un avviso con cui la Cosa pubblica comunica al debitore di pagare il dovuto immediatamente oppure a rate, al fine di scongiurare un pignoramento. Il termine entro il quale pagare la cartella esattoriale è fissato in 60 giorni.
Per dovere di trasparenza va osservato che il pignoramento in teoria può scattare già allo scadere del sessantesimo giorno ma che la macchina burocratica è più lenta e non è raro che una cartella esattoriale cada in prescrizione la quale, a seconda del tipo di debito, varia tra i 5 e i 10 anni, come descritto dall’articolo 2953 del Codice civile.
Va anche detto che se il contribuente saldasse il proprio debito oltre i 60 giorni di rito sarebbe, per principio almeno, chiamato a corrispondere gli interessi relativi al ritardo ulteriormente accumulato. A meno che il debito non sia rilevante, soprattutto per ritardi brevi, quello degli interessi è un discorso che può essere relativizzato perché l’Agente per la riscossione non può emettere cartelle per importi inferiori a 30 euro, così come descritto dai commi 10 e 11 dell’articolo 3 del decreto Legge 16/2012.
Il debitore la riceve o mediante raccomandata o brevi manu, per esempio dal messo comunale oppure via Pec (posta elettronica certificata). In quest’ultimo caso occorre verificare che l’indirizzo Pec dell’Agente per la riscossione sia quello presente negli elenchi pubblici, altrimenti la cartella non è valida.
La cartella esattoriale deve rispettare i termini entro la quale può essere emessa, termini che cambiano a seconda dell’origine del debito del contribuente e deve fare esplicito riferimento agli atti che sono stati inviati precedentemente al debitore.
È la lista dei debiti del contribuente. L’iscrizione a ruolo di ogni singolo debito è fatta dall’ente a cui il contribuente deve del denaro e, dopo averne dato comunicazione all’Agente per la riscossione, quest’ultimo ne dà notifica al debitore con la cartella esattoriale la quale, come visto, è l’intimazione ultima al pagamento del dovuto.
Nell’elenco dei debiti, ovvero a ruolo, rientrano multe e tributi di vario genere.
L’iscrizione a ruolo può essere a titolo definitivo o provvisorio.
Nel primo caso significa che la cartella esattoriale non è stata contestata, la provvisorietà dell’iscrizione prevede che la cartella sia stata impugnata al cospetto del giudice tributario, cosa questa che non è sufficiente a bloccare la riscossione ma si limita a rallentarla, giacché in attesa che il giudice si pronunci, sono richiesti pagamenti di parti dei tributi non versati.
Giunto alla propria conclusione, il giudice può dare ragione al contribuente e ordinare che sia rimborsato degli importi già pagati.
Sì, ma soltanto se presenta imprecisioni come, per esempio, errori nei calcoli o se fa riferimento a un debito prescritto.
Non avrebbe senso opporsi ai debiti iscritti a ruolo – per esempio una multa – perché, quando si riceve la relativa cartella esattoriale, i termini per opporsi alla multa sono ampiamente scaduti ma, in ogni caso, ci si può rivolgere al proprio legale di fiducia per avere delucidazioni.
C’è da sapere anche che il pignoramento non può essere eseguito se è relativo a una cartella notificata più di un anno prima.
In questo caso l’Agente per la riscossione deve notificare un’ingiunzione di pagamento che conferisce al contribuente altri cinque giorni di tempo per saldare il proprio debito.
In tema di rateizzazione delle cartelle esattoriali e degli avvisi di pagamento dei tribute, si legge su Ipsoa, a partire dalle domande di dilazione di pagamento presentate dal 16 luglio 2022, la soglia di debito per la quale è possibile ottenere, in modo automatico la rateizzazione, è elevata da 60.000 euro a 120.000 euro.
Lo ha ricordato la Fondazione Accademia Romana di Ragioneria con la pubblicazione della Nota operativa n. 15/2022. In particolare, presentando una semplice domanda all’agente della riscossione è possibile ottenere una rateizzazione ordinaria fino a 72 rate (sei anni), senza la necessità di dover documentare la temporanea situazione di obiettiva difficoltà finanziaria.