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Catania, Cittadella della Polizia a Librino, i residenti: “Non abbandonateci”

CATANIA – Un’interrogazione da parte della senatrice Tiziana Drago e una richiesta, l’ennesima, da parte dei sindacati di polizia Siap e Siulp. È quella di “comprendere che fine abbia fatto la realizzazione del centro polifunzionale della Polizia di Stato” di Catania, la cosiddetta Cittadella della Polizia, che dovrebbe sorgere nel quartiere di Librino. Secondo l’esponente politica di Fratelli d’Italia, infatti, si tratta di una struttura “che risolverebbe il problema delle numerose e costose articolazioni in cui si trova costretto a distribuirsi il personale della Polizia”.

La senatrice Drago propone di utilizzare l’ex ospedale Ferrarotto

In tutto 14 sedi “molte delle quali inagibili, inadeguate, fatiscenti e oltremodo costose, visto che si aggira a quasi 3 milioni di euro la spesa annua per il loro mantenimento”, sostiene. Nell’interrogazione, la senatrice Drago propone l’ipotesi di utilizzare l’ex ospedale Ferrarotto, dismesso da anni e in posizione centrale in città, riconvertito appositamente per le esigenze della Polizia di stato e dell’Arma dei carabinieri. “Una struttura unica – afferma ancora – che finalmente consentirebbe, dopo 16 anni, di realizzare il Centro polifunzionale catanese”.

Favorevoli all’ex ospedale anche i sindacati Siap e Siul

Una posizione sposata da Siap e Siul, e dai rispettivi segretari Tommaso Vendemmia e Giuseppe Scaccianoce che sostengono come l’area individuata a Librino per realizzare l’infrastruttura, non sia adeguata e che la presenza di rifiuti e sottoservizi impedirebbe la realizzazione della Cittadella o quanto meno ne limiterebbe il progetto. “Sappiamo – scrivono i sindacalisti – che la Cittadella non potrà mai essere costruita in quel terreno contaminato da ogni tipo di rifiuto, compreso l’amianto, mai bonificato, e caratterizzato inoltre dalla presenza di condotte di acque reflue nel sottosuolo che ne impediscono la realizzazione”. Per Vendemmia, queste infrastrutture non possono essere spostate per cui “il progetto non potrà mai avere luogo”.

Le associazioni che operano nel quartiere contestano la proposta

Posizioni che le associazioni che operano nel quartiere periferico di Catania contestano. Come sottolinea Sara Fagone, della “Rete piattaforma per Librino”, composta da numerose realtà. “Prima le scuole superiori, poi il centro direzionale e adesso la Cittadella della polizia – dichiara -. Noi da anni non facciamo altro che chiedere alle pubbliche amministrazioni e alle partecipate di portare servizi e uffici in questo quartiere proprio perché non rimanga relegato alla marginalità, perché Librino non è come spesso viene dipinto da destra a sinistra, ma è molto eterogeneo, così come tutte le zone di Catania”. Secondo Fagone, il luogo comune che accompagna la narrazione del quartiere porterebbe a questo tipo di preconcetto.

“La gente non ci vuole venire a lavorare – dice Fagone – eppure, chi nonostante le perplessità si è trovato costretto a lavorarci o ad abitarci, alla fine si è reso conto dell’ingiuria a cui viene sottoposto ingiustamente. Sembra una scusa per dirottare la Cittadella in qualche altro terreno, mentre quello previsto è un terreno comunale, le bonifiche si fanno e i sondaggi pure, in maniera da non intaccare eventuali tubature fognarie, anzi è anche l’occasione per completarle. Se il problema sta solo nel terreno previsto per la cittadella della polizia, è un problema, se così vogliamo chiamarlo, superabile. Se il problema invece è assecondare chi non vuole venire a lavorare a Librino – conclude – è un’altra cosa”.