Catania, la Polizia a Librino, nell'inferno dei bambini - QdS

Catania, la Polizia a Librino, nell’inferno dei bambini

redazione web

Catania, la Polizia a Librino, nell’inferno dei bambini

sabato 04 Gennaio 2020

Sequestrato un bar illegale gestito da due fratellini di nove e dieci anni, con sala giochi e rivendita di fuochi d'artificio. Nello stesso quartiere i genitori di cinque ragazzini iscritti dalla prima e la terza media, sono stati denunciati perché i figli non andavano a scuola

Catania, nel quartiere di Librino l’inferno dei bambini per due casi eclatanti registrati in questi primi giorni dell’anno.

Servivano cappuccini, caffè ma anche bevande alcoliche, come normali barman, ma hanno rispettivamente nove e dieci anni i due fratellini che, di fatto, erano i gestori del locale realizzato nel popoloso rione Librino di Catania, in maniera del tutto abusiva e con annessa sala giochi e rivendita di fuochi d’artificio, che è stato sequestrato.

La scoperta è stata fatta da agenti del commissariato della polizia durante dei controlli straordinari disposti dal questore Mario Della Cioppa per contrastare l’illegalità nel quartiere.

Non è stata poca la sorpresa dei poliziotti entrati nel bar nello scoprire che i due ragazzini dietro al bancone che servivano i clienti erano i gestori del locale, con l’assenso del padre e di un fratello maggiorenne che sono stati denunciati.

L’esercizio era stato allestito occupando illegalmente il suolo pubblico, un’ampia veranda chiusa sulla strada, e in parte all’interno di un locale a piano terra di proprietà del Comune di Catania, occupato abusivamente, dove era stata realizzata una sala giochi.

I due fratellini sono stati trovati dalla polizia in ‘servizio’: uno davanti la macchina degli ‘espressi’ a realizzare caffè e cappuccini, l’altro in sala a servire. E la loro attività non si limitava soltanto a quello. Secondo quanto ricostruito dalla Questura, infatti, i due bambini servivano bevande alcoliche agli avventori e gestivano la cassa, la sala giochi e la vendita di fuochi d’artificio vietati ai minori di 18 anni.

Inoltre lavorano in luoghi non salubri e non sicuri e utilizzavano dei prodotti alimentari surgelati che non erano stati contrassegnati come tali nei menù a disposizione dei clienti.

Durante gli accertamenti uno dei due fratellini, evidentemente infastidito dal controllo di polizia che era in corso, ha acceso dei fuochi d’artificio dentro il locale e in strada. Secondo gli investigatori a mo’ di protesta e per rallentare le operazioni.

I due avendo meno di 14 anni, come previsto dalla legge, non sono penalmente perseguibili. Per tanto, alla luce di quanto accertato, funzionari del commissariato di Librino hanno convocato sul posto il padre dei bambini e il loro fratello maggiore. Dopo l’identificazione e la contestazione delle irregolarità riscontrate sono stati indagati per vendita e cessione di fuochi d’artificio a minori di anni 18, invasione di edifici e terreni pubblici, sfruttamento del lavoro minorile, mancanza della tabella dei giochi proibiti e frode alimentare.

Il padre, inoltre, in quanto esercente la potestà genitoriale, è stato anche denunciato per accensione di fuochi d’artificio in luogo pubblico senza autorizzazione.

Nel locale è stato trovato infatti quello che la Questura ha definito “un ingente quantitativo di fuochi d’artificio” che è stato sequestrato penalmente e affidato al nucleo artificieri della polizia per la distruzione.

Sempre nel popoloso rione di Librino la Polizia ha eseguito altri controlli che hanno riguardato altri minorenni e ha denunciato i genitori di cinque ragazzini, tra cui alcuni iscritti alla prima e terza media, per abbandono della scuola.

Denunciati anche due pregiudicati sorpresi a vendere fuochi d’artificio artigianali a dei bambini, compreso uno con meno di dieci anni.

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