Catania, maxi risarcimento per infermieri Cannizzaro - QdS

Catania, maxi risarcimento per infermieri Cannizzaro

Catania, maxi risarcimento per infermieri Cannizzaro

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lunedì 03 Maggio 2021

Gli infermieri che svolgono le attività proprie degli
operatori sociosanitari subiscono un demansionamento e vanno risarciti. È
quanto ha ribadito una sentenza del giudice del Lavoro del Tribunale di
Catania
, Laura Renda, in una sentenza che ha condannato l’azienda
ospedaliera Cannizzaro
a versare in media 30 mila euro a sette
infermieri che avevano fatto ricorso assistiti dall’avvocato Domenico De
Angelis
.

“Un altro tassello che si aggiunge alla dura battaglia
sindacale per la conquista dei diritti negati agli infermieri – commenta Salvatore
Vaccaro
, vice segretario nazionale Nursind – una vittoria storica
dal punto di vista del risarcimento del danno per infermieri che da moltissimi
anni vengono demansionati e sfruttati”.

La vicenda riguarda il reparto di Neurologia dell’ospedale
Cannizzaro dove lavorano 7 infermieri turnisti nelle 24 ore, e dove non sono
stati mai presenti Oss, operatori sociosanitari. Solo dall’aprile 2019
è stato assegnato un Oss che presta la propria attività nel turno antimeridiano
o in quello pomeridiano, mai nel turno notturno. Per l’igiene personale, il
riordino delle stanze di degenza, il trasporto di materiale biologico e altre
mansioni, sono presenti altre figure provenienti da ditte esterne di cui
l’azienda si avvale.

Secondo il Nursind, l’assenza di figure di supporto ha
determinato una situazione per cui gli infermieri hanno svolto sempre in
maniera marginale e affrettata le mansioni proprie della qualifica
professionale, dovendo occuparsi anche di altro, come  l’assistenza igienica, imboccare i pazienti
non autosufficienti o sanificare carrelli della terapia farmacologica. Nella
sentenza il giudice ha ribadito l’orientamento giurisprudenziale consolidato:
l’infermiere che venga adibito prevalentemente allo svolgimento di mansioni che
non rientrano nel proprio inquadramento professionale, ma che si ritrovi per
lunghi periodi a svolgere compiti propri del personale inferiore con altro
inquadramento, con evidente nocumento alla propria immagine professionale, ha
diritto ad essere risarcito.

“È una vittoria veramente importante per la tutela della
professione infermieristica – commenta l’avvocato De Angelis – troppo spesso
svilita dalle condotte delle aziende sanitarie che distolgono gli infermieri
dall’esercizio della loro professione intellettuale, per adibirli a mansioni
ausiliarie e di supporto”.

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