Pagava i propri dipendenti 4 euro l'ora al fronte di una prestazione di servizio di oltre 50 ore alla settimana.
A Catanzaro, un uomo – titolare di diversi supermercati a Montepaone, Soverato e Chiaravalle Centrale (cinque punti vendita in totale) – è stato arrestato dai finanzieri del comando provinciale del luogo insieme ad altri due complici. Il motivo? Pagava i propri dipendenti 4 euro l’ora al fronte di una prestazione di servizio di oltre 50 ore alla settimana.
Catanzaro, dipendenti pagati 4 euro l’ora: scatta l’arresto
Secondo quanto emerso dalle indagini, il titolare dei supermercati sottraeva una parte del denaro dalla busta paga dei dipendenti, quindi limitava il godimento delle ferie. In caso di infortunio sul lavoro, invece, lo si faceva passare come infortunio di tipo domestico.
Una volta scoperto l’intero meccanismo, l’uomo – insieme ad altre due persone – è stato tratto in arresto. Inoltre, i finanzieri del comando di Catanzaro hanno anche tratto sotto sequestro 6 attività commerciali con un patrimonio aziendale per un valore di oltre 27 milioni di euro.
Palermo, operazione “Nemesi”: scattano i sequestri di bar e rapporti bancari
I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Palermo hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro emesso dal Tribunale di Palermo – Sezione Misure di Prevenzione, con il quale sono stati sequestrati beni riconducibili a Stefano Bologna, 62enne, arrestato nell’ottobre del 2021 nell’ambito dell’operazione denominata “Nemesi”, perché ritenuto responsabile di plurime cessioni di hashish e marijuana, riportando una condanna a 2 anni e 8 mesi di reclusione.
Iscriviti gratis al canale WhatsApp di QdS.it, news e aggiornamenti CLICCA QUI
Palermo, contrasto alla droga e sequestri: l’operazione “Nemesi”
L’indagine, condotta dai Carabinieri tra febbraio e luglio del 2018, con la coordinazione della Direzione Distrettuale Antimafia aveva delineato l’esistenza di un’organizzazione criminale dedita al traffico di sostanze stupefacenti operante nel quartiere Sperone di Palermo e di individuarne struttura, dinamiche e strategie criminali. Tra gli aspetti di rilievo vi era il coinvolgimento negli illeciti traffici di interi nuclei familiari, pronti ad avvalersi anche di minorenni per la cessione di stupefacenti. Gli spacciatori usavano, indistintamente, gli inospitali meandri degli edifici, le strette vie del quartiere, le abitazioni dei promotori e, addirittura, le camerette dei figli minori, con funzioni di stoccaggio, lavorazione e spaccio di stupefacenti.
Scatta il sequestro di bar e rapporti bancari
Il quadro probatorio raccolto nell’ambito delle indagini patrimoniali, coordinate dalla Procura della Repubblica, ha consentito di dimostrare come i beni nella disponibilità del Bologna, fossero in realtà il frutto delle sue attività illecite, così consentendo l’emissione dell’odierno provvedimento di sequestro riguardante i sottonotati beni, del valore complessivo di circa 500 mila euro:
- 4 rapporti bancari.
- un bar a Bagheria, con relativo complesso dei beni aziendali;