Centro Nazionale Sangue, carenze d’organico nei Servizi trasfusionali - QdS

Centro Nazionale Sangue, carenze d’organico nei Servizi trasfusionali

redazione

Centro Nazionale Sangue, carenze d’organico nei Servizi trasfusionali

mercoledì 11 Settembre 2019

Il risultato di un report del Centro nazionale sangue

in collaborazione con ITALPRESS

MILANO – Nei Servizi trasfusionali italiani mancano 470 medici, circa il 30% dell’organico che sarebbe necessario a garantire tutti i servizi. Lo ha rilevato un monitoraggio del Centro nazionale sangue, effettuato accogliendo le indicazioni emerse nell’ultima consultazione plenaria del Sistema trasfusionale del maggio scorso, secondo cui il numero dei trasfusionisti è in calo costante dal 2015.

La carenza, come sottolineato dal Cns, mette a rischio tutte le prestazioni legate al sangue: dalla raccolta alle trasfusioni necessarie, passando per gli interventi chirurgici e le terapie per chi soffre di malattie come la talassemia.

Secondo il censimento, al 10 luglio 2019 la dotazione complessiva di medici in servizio presso i circa 270 Servizi trasfusionali italiani, espressa in numero Full time equivalent (Fte o equivalente a tempo pieno), risulta di 1.588 unità, in calo dell’8% rispetto allo scorso dicembre, con un trend in discesa che non varia dal 2015. La carenza di 470 medici nell’organico attuale, sottolinea il Cns, nel prossimo triennio è destinata ad aggravarsi ulteriormente a causa del turnover.

“Le attività di Medicina trasfusionale – ha affermato il direttore generale del Cns Giancarlo Maria Liumbruno – rivestono un ruolo assolutamente strategico e insostituibile per il supporto dei più impegnativi e delicati percorsi assistenziali diagnostico-terapeutici, da quelli di emergenza e urgenza, al trattamento delle emopatie, alla chirurgia di media e alta specialità e dei trapianti di organi oltre che alle attività cliniche e chirurgiche elettive. I dati evidenziano uno scenario in rapida evoluzione e configurano una carenza di medici significativa che rende urgente la necessità di interventi finalizzati, anche a integrare l’assegnazione dei posti delle scuole di Specializzazione in Ematologia e in Patologia Clinica e Biochimica Clinica con un numero congruo di posti aggiuntivi per poter far fronte alla richiesta di specialisti che già oggi è in grave sofferenza”.

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