Centro vaccinale Madonie, tante perplessità per una sede poco idonea - QdS

Centro vaccinale Madonie, tante perplessità per una sede poco idonea

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Centro vaccinale Madonie, tante perplessità per una sede poco idonea

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venerdì 26 Novembre 2021

La location dal punto di vista architettonico è tutta da apprezzare, sulla destinazione a centro vaccinale di zona, al servizio dei nove Comuni del Distretto Sanitario, i dubbi sarebbero tanti.

Domani sarà ultimo giorno di vaccinazione al centro allestito presso l’Ospedale “Madonna SS. dell’Alto” di Petralia Sottana, nonostante i numeri delle vaccinazioni hanno iniziato a risalire, dopo un periodo breve di calo vertiginoso.

Accade quando il piano vaccinazioni inizia a entrare nel vivo delle terze dosi e l’Assessorato regionale alla Salute autorizza la vaccinazione per gli over 40.

E non solo, accade alle porte di un inverno che si preannuncia rigido.
L’editto porta la firma del Direttore Generale dell’ASP di Palermo, Daniela Faraoni ed è conseguenziale alle scelte fatte a Piazza Ottavio Ziino a Palermo.

Secondo i vertici dell’Assessorato alla Sanità si è reso necessario concentrare i flussi sugli Hub  e i medici impegnati nei tanti centri attivati dall’Azienda in provincia potrebbero essere utilizzati nei reparti ospedalieri, o in centri più grandi, dove c’è maggiore afflusso.

Extra omnes, fuori gli “esterni” da tutti gli ospedali della Città Metropolitana di Palermo gestiti dall’ASP.

La regola vale per Palermo, piuttosto che per le altre Città Metropolitane, quindi per l’area madonita che fa capo al Distretto Sanitario 35 di Petralia Sottana, sede del nosocomio.

Pare che sia tutto legato ad una questione economica, la parola d’ordine è razionalizzare i costi e di conseguenza il personale di ruolo.
Si, alle vaccinazioni all’interno dei presidi ospedalieri a condizione che rientrino nell’ambito dell’attività ordinaria.

A Petralia Sottana è praticamente impossibile, a stento nei reparti (almeno in ciò che rimane) si riesce a garantire l’ordinario. Ma questa è un’altra storia che ai lettori di QdS.it racconteremo prossimamente.

Tuttavia, il Direttore generale dell’Azienda non ha mancato di raccomandare: “garantite le prenotazioni fino a esaurimento e ciò a non porre l’utenza in stato di disagio, senza accogliere altre e diverse richieste”.

La buona notizia è che una volta a settimana, il sabato, all’interno del nosocomio verranno effettuate le “vaccinazioni protette”, ovvero quelle in cui necessita la presenza dell’anestesista.
Tutta l’utenza, che da qualche giorno è aumentata costantemente di numero, da lunedì prossimo dovrà recarsi al centro vaccinale di Petralia Sottana, il “Pietro Domina”, incastonato nel centro storico del borgo madonita.

Oppure a Polizzi Generosa e Petralia Soprana (centro) presso le uniche farmacie madonite che da qualche settimana somministrano le dosi.

I medici di famiglia, ottenuta l’autorizzazione, saranno impegnati per le vaccinazioni domiciliari, non avrebbero dato la disponibilità a somministrare il vaccino anti SarsCovid-19 negli ambulatori.

La location dal punto di vista architettonico è tutta da apprezzare, sulla destinazione a centro vaccinale di zona, al servizio dei nove Comuni del Distretto Sanitario, i dubbi sarebbero tanti.

22464 assistiti, over 12, del Distretto petralese (al netto di pazienti allettati, di chi non può avere somministrato il vaccino per patologie incompatibili o dei No Vax), dal 1 dicembre non avranno altro da fare che raggiungere una sede non idonea per ricevere la prima dose o per completare il ciclo vaccinale. Il video ne testimonia il fatto.

Le perplessità le hanno rappresentate a QdS anche alcuni medici che lavorano per l’ASP, a cui sarebbe negato il diritto di esprimersi pubblicamente.
Anche il Direttore Sanitario del presidio, Serafino Garda, non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione a QdS. «Ho accettato questo incarico perché mi è stato chiesto a titolo di cortesia – ci riferisce – mi limito a mettere in atto le disposizioni dell’Azienda. Quindi, non posso rilasciare alcuna dichiarazione se non autorizzato dal Direttore Generale».

Per saperne di più sulle reali ragioni di questa scelta, dobbiamo attendere il comunicato ufficiale dell’Azienda che dovrebbe essere diffuso ad inizio della prossima settimana.

Al momento pare che la Faraoni si sia giustificata con i sindaci – che avrebbero paventato disservizi – esibendo numeri esigui di vaccinazioni (circa 15 al giorno analizzando una decade) avvenute nelle scorse settimane, presso il centro vaccinale del “dell’Alto”.

Di fatto le cose non stanno come sarebbero state rappresentate, negli ultimi giorni sono state garantite circa 60 vaccinazioni a turno, dalle ore 8:30 alle ore 14:00.

Solo oggi, in ospedale – lo stimiamo dalla foto –  sarebbero state somministrate oltre 70 dosi di Pfizer.
Tutta questa frenetica e incomprensibile attività, su base provinciale, accade in nome del contenimento della spesa e secondo i medici, quando in Sicilia (le Madonie sono parte integrante?) si contano circa 810 mila persone che non hanno ricevuto la prima dose (con la prima dose 82,01% del target e gli immunizzati 79,53%),  roccaforte dei No-Vax e, secondo i dati ufficiali, il virus ha iniziato di nuovo a galoppare, solo ieri oltre 655 nuovi casi.

Le Madonie hanno diritto a un’importante e adeguato centro di prossimità, facile da raggiungere, con la possibilità di parcheggiare e dotato di una dignitosa sala d’attesa.

Il “Pietro Domina” non ha queste caratteristiche al pari, in verità, di quello allestito in piena emergenza all’interno dell’Ospedale.
L’Azienda dovrebbe fare delle scelte che favoriscano al meglio l’utente e soprattutto con protocolli adeguati rispetto alla sicurezza e al benessere degli stessi.

Non è accettabile che in attesa della somministrazione e il tempo successivo debba consumarsi all’aperto, con qualsiasi condizione atmosferica; ieri pomeriggio abbiamo registrato 10 gradi di temperatura e siamo solo all’inizio della stagione.

Le strutture da utilizzare ci sono, in verità ci sono sempre state. Attendono di essere utilizzate.

Vincenzo Lapunzina

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