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“Ciao Palermo”, i due ideatori raccontano il video della Red Bull

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“Ciao Palermo”, i due ideatori raccontano il video della Red Bull

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martedì 14 Settembre 2021

Una Formula 1 che sfreccia per
Palermo. Verstappen che la pilota in vista del Gran Premio di Monza. E una
realtà tutta palermitana a immaginare tutto questo. Il video della Red Bull che
nel giro di pochi giorni ha fatto il giro del mondo raggiungendo milioni di
visualizzazioni porta infatti la firma di Just Maria, la video company nata
alle pendici di Monte Pellegrino nel 2017 dalla volontà, dalla passione e
dall’incoscienza dei suoi fondatori e direttori creativi: Alessandro Albanese e
Carlo Loforti. Sono stati questi due palermitani a portare il progetto a
Palermo, presentando l’idea al brand titolare della scuderia per la quale corre
il pilota olandese.

Attraverso una lettera aperta,
rivolta in tono confidenziale alla città e diffusa grazie ai loro canali
social, Just Maria racconta per la prima volta il dietro le quinte di un
progetto – ‘Ciao Palermo, Monza is calling’ – dalla portata macroscopica che ha
messo la città al centro dei riflettori internazionali. “Ciao Palermo, come va?
Forse non lo sai, ma l’idea di portare una monoposto di F1 tra le tue strade
non è stata partorita nel grattacielo di un ufficio marketing o pubblicitario
di New York, ma ha visto la luce nel nostro vecchio studio, in Corso Vittorio
Emanuele. No, non di Milano… Corso Vittorio Emanuele di Palermo, terzo piano
senza ascensore” si legge così nel messaggio rivolto alla città.

Un sogno che si trasforma in
realtà che però è in grado di superare ogni fantasia. “Ogni paio d’anni Red
Bull ci coinvolge in una gara che è il sogno di qualsiasi creativo: proporre
idee fuori dal comune per delle attivazioni globali del brand, a partire da
alcune aree di interesse geografico e tematiche dello stesso (musica, motori,
calcio, etc etc) – raccontano i ragazzi di Just Maria -. Nel 2020 abbiamo
proposto fra le altre, l’idea di realizzare una filming run che coinvolgesse te
e la monoposto di F1. Sì, proprio te: la città da cui da giovani siamo fuggiti,
la città che da adulti stiamo cercando di meritarci. Sembrava una di quelle
cose che tu presenti l’idea e poi non se ne fa niente. Accade spesso nel nostro
lavoro. Insomma, sembrava impossibile che potesse capitare a noi, sembrava
impossibile portare una macchina di F1 fra le putìe di Ballarò, sotto le palme
del Foro Italico o a fare i testacoda a Piazza Villena… E invece è successo:
il progetto ha visto la luce qualche giorno fa con il titolo ‘Ciao Palermo,
Monza is calling!’”.

Di quei cinque minuti Just Maria
ha curato tutto: dall’ideazione alla produzione, dalla direzione creativa alla
regia, dal montaggio alla sceneggiatura (per la parte di logistica sono stati
affiancati dalla società romana CC&Partners). “Lavorare con una macchina di
F1 è molto complesso: nessuno di noi ne aveva mai vista una, ad esempio; ci
vogliono circa 85 minuti per metterla in moto, non ha una retromarcia, non
passa inosservata, il suo rumore è letteralmente assordante, non può andare a
un’andatura troppo lenta e se fa caldo (e tu a giugno sai farne, di caldo) c’è
il rischio che si spenga, e altre cose così. La gestazione del progetto, dalla
presentazione della prima idea al cliente all’online, è stata di circa 15 mesi”.

Quattro giornate di riprese in
tutto. “Tecnicamente non è uno spot, come spesso è stato definito – puntualizza
Just Maria -. È un’attivazione di un brand su un territorio, esplosa attraverso
una creatività video. Creatività che, secondo noi, ha tre co-protagonisti: tu
(Palermo ndr), la monoposto e una
sorta di voyeurismo. Voyeurismo per la bellezza di un luogo, e per il mondo dei
motori. Più che uno spot, noi la vediamo come una sfilata diffusa in diversi
quartieri della città, con un’unica modella/o sulla passerella”.

Rispetto alle critiche che sono
state mosse Just Maria precisa che: “Per quel che può servire, vorrei spiegarti
che non era nostro obiettivo né di Red Bull approfondire attraverso questo
contenuto le criticità che da anni ti attanagliano, anzi. La nostra stella
polare era piuttosto lavorare su scala globale e rendere ciò che della tua
bellezza è altamente riconoscibile e unico… ulteriormente riconoscibile e
unico. Come? Portando all’eccesso l’aspetto visivo per renderlo ‘disruptive’,
come direbbero nel nostro campo. E ancora, cercando di creare un’immagine
indelebile nella memoria dello spettatore, un’immagine di te e del brand, la
cui scelta è ovviamente a discrezione di chi guarda: per qualcuno
quell’immagine sarà l’auto che sfreccia di fronte alla Cattedrale, per qualcun
altro il burnout ai Quattro Canti, per un altro ancora la reazione di un
palermitano o Max Verstappen che attraversa La Favorita definendola ‘foresta’”.

Ciao Palermo, dunque. Anche se
proprio a proposito del nome che porta il video, Alessandro Albanese e Carlo
Loforti spiegano: “Quel titolo, quel ‘Ciao Palermo’ che abbiamo utilizzato
anche all’inizio di questa lettera, ha per noi una funzione meramente
narrativa, di fiction: noi due, e così tutta Just Maria, non abbiamo nessuna
intenzione di dirti ciao. Resteremo qui, a tirarti le orecchie se sbagli e a
fare del nostro meglio per meritarti. Come tutti”.

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