Editoriale

La Cina cresce l’Europa stagna

Da un reportage di Federico Rampini sul Corriere della Sera rileviamo che gli indici di inquinamento a Pechino, Shanghai, Hong Kong e Canton sono migliori di quelli di Milano. Questo fatto è conseguente alla diffusione a macchia d’olio di auto elettriche, fra cui la Byd Auto (“Build your dreams”, costruite i vostri sogni), ma anche per la fabbricazione di batterie e chip in enorme quantità.

Inoltre, la Cina sta costruendo eccellenti pannelli fotovoltaici che costano molto meno di quelli occidentali. Di fatto vi è un’invasione delle tecnologie verdi in tutte le parti del mondo, per cui le economie occidentali – in testa Usa e Ue – stanno pensando seriamente di porre dei dazi protettivi. Se adottassero questi provvedimenti, Usa e Ue violerebbero i trattati del Wto (World trade organization), che è l’organismo avente la funzione di regolare il commercio mondiale senza dazi.

Lo Stato cinese spinge sempre di più per qualificare la sua manodopera e fare laureare i/le propri/e giovani, tanto che di essi/e ve n’è un eccesso. Tuttavia, l’abbondanza di professionalità consente l’espansione economica che prima abbiamo descritto, la quale punta a un incremento del Pil per l’anno corrente pari al 5,3 per cento, cioè cinque volte quello europeo e il doppio di quello statunitense.
Inoltre, la Repubblica Cinese guidata da Xi Jinping ha imboccato un’altra strada importante per la sua espansione economica e, cioè, quella di insediare fabbriche in Occidente, anche mediante joint ventures con gli imprenditori locali e favorire rapporti fra imprenditori stranieri e imprenditori cinesi sul proprio territorio.
La Chery apre in Spagna la prima fabbrica di auto cinesi, precisamente a Barcellona, benedetta dal primo ministro Pedro Sanchez.
Anche il nostro ministro del Mimit, Adolfo Urso, sta trattando con i cinesi per l’insediamento in Italia di una o più fabbriche, possibilmente in joint ventures o anche a conduzione diretta cinese, come peraltro ha fatto la Tunstall, che è la Candy cinese, con nuove sedi in Italia a Vimercate e Brugherio, vicino a Milano.

Dietro a questo repentino sviluppo va sottolineato l’intervento economico dello Stato cinese mediante i sussidi pubblici, che ovviamente sostengono i bilanci in quanto incrementano i ricavi in modo fittizio. Dal che ne deriva ovviamente una concorrenza insopportabile per quelle imprese che a livello mondiale devono sostenersi da sole.
Ecco perché da molte parti viene chiesta l’istituzione di dazi protettivi, che però falserebbero il mercato e potrebbero provocare una forte reazione da parte del colosso asiatico.
Proprio perché intende realizzare questo progetto di espansione economica nel mondo, la Cina è molto cauta riguardo ai focolai di guerra che vi sono nella parte occidentale e, in particolar modo, in Ucraina e in Palestina. Per cui appoggia Putin, ma in maniera quasi silenziosa e si tiene appositamente in uno stato di quasi neutralità. Questa posizione irrita gli Stati Uniti, che invece vorrebbero che la Cina levasse tale appoggio silenzioso alla Russia.

Il quadro che vi rappresentiamo è in continuo movimento, per cui è difficile fare previsioni in quanto le variabili sono talmente tante che nessuno può tentare di conciliarle.
Ecco perché sta creando un enorme danno all’Europa la guerra russo-ucraina e danno altrettanto notevole sta causando all’Italia la guerra fra Israele e Hamas.

Il nostro Paese è fragile e non ha certo bisogno di ulteriori ostacoli esterni. Inoltre, abbiamo una democrazia debole, il cui Governo è espresso da una minoranza, circa il quarantaquattro per cento dei/delle votanti, ma occorre ricordare che si è recato alle urne solo il sessanta per cento degli aventi diritto. Facendo due conti elementari, l’attuale maggioranza è eletta da circa un quarto del popolo italiano votante.
Democrazia debole quella italiana, scrivevamo, e dittatura forte quella cinese con, ripetiamo, crescite del Pil cinque volte a favore della Cina. Sorge spontaneo chiedersi quali siano i punti forti di quel Governo, nonostante le enormi lacune che presenta, essendo, un regime liberticida.