Commercio, presentato Ddl di riforma del settore in Sicilia - QdS

Commercio, presentato Ddl di riforma del settore in Sicilia

Raffaella Pessina

Commercio, presentato Ddl di riforma del settore in Sicilia

venerdì 04 Ottobre 2019

Sburocratizzazione, pianificazione e un fondo ad hoc per la crisi. La proposta del governo 20 anni dopo l’ultimo intervento legislativo

PALERMO – La Regione siciliana metterà in cantiere una riforma della legge sul commercio che prevede anche l’istituzione di un fondo per fronteggiare la crisi del settore. La speranza è che possa essere approvata al più presto senza fare la fine delle altre riforme ferme all’Ars.

Il disegno di legge è stato presentato nel corso della VI conferenza regionale sul commercio che si è svolta ieri a Palermo, presenti il Presidente della Regione, Nello Musumeci, e l’assessore regionale alle Attività produttive, Mimmo Turano. L’ultima legge sul commercio risale a vent’anni fa, con la legge n. 28 del 1999 e il disegno di legge governativo, oltre ad avere una funzione di testo unico, opererà un vero e proprio riordino della materia, coniugando tutela del commercio locale e sviluppo occupazionale, avendo come obiettivo la massima semplificazione amministrativa.

Tra le soluzioni ipotizzate per il rilancio del settore vi sono la sburocratizzazione, la pianificazione commerciale in ambito comunale e regionale, il commercio online, il mercato del chilometro zero, la riorganizzazione dei mercati rionali storici, la programmazione di vendite promozionali e saldi, le esigenze della piccola e grande distribuzione, conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.

“In questi mesi – ha detto Turano – abbiamo incontrato gli amministratori locali e le associazioni del mondo del commercio per capire come la Regione poteva intervenire per aiutare un settore dove i cambiamenti e le evoluzioni sono ormai velocissimi. Siamo arrivati a stilare una bozza di disegno di legge che abbiamo condiviso con enti locali e associazioni alla Conferenza del commercio perché vogliamo al più presto portarla all’Ars”. La riforma si baserà sulla programmazione economica regionale che vieterà nelle zone dove l’offerta risulterà superiore alla domanda, l’insediamento di nuove strutture commerciali e nel contempo prevederà un adeguato sviluppo commerciale in quelle zone dove l’insediamento di grandi strutture di vendita risulterà sostenibile, garantendo in questo modo i livelli occupazionali.

Altro punto su cui si baserà la riforma è quello della semplificazione burocratica, con l’adozione di una modulistica unica, la semplice comunicazione Scia per le piccole attività commerciali, mentre per le medie e grandi imprese vi sarà bisogno di una autorizzazione per rispettare il piano urbanistico. Per le aree pubbliche la nuova norma prevede un rinvio dinamico alle disposizioni statali per i requisiti professionali e di onorabilità; il rinnovo allo stesso operatore delle concessioni in scadenza per un periodo di dodici anni; l’attivazione con la Scia dell’esercizio su aree pubbliche in forma itinerante; l’indicazione dei criteri per la concessione del posteggio.

Nel disegno di legge si prevede anche un capitolo dedicato alle giornate e agli orari di lavoro. Previsto l’obbligo, indistintamente per tutti gli operatori del settore commercio, di chiudere gli esercizi commerciali per cinque festività nell’arco dell’anno solare (1 gennaio, Pasqua di Resurrezione, 1 maggio, 15 agosto, 25 dicembre) per bilanciare la tutela del lavoratore, e quindi della famiglia, con le necessità del mercato, lasciando comunque la possibilità per i Comuni o in particolari zone interessate da una altissima e comprovata percentuale di presenza turistica in parte o in tutto il corso dell’anno, che i Consigli comunali possano eccezionalmente, per lo stesso periodo interessato da flussi turistici, deliberare deroghe all’obbligo della chiusura. Per ottenere l’abilitazione all’esercizio dell’attività commerciale, inoltre, si dovranno seguire dei corsi professionali.

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