Contratto dirigenti, i sindacati rispondono a Musumeci - QdS

Contratto dirigenti, i sindacati rispondono a Musumeci

Raffaella Pessina

Contratto dirigenti, i sindacati rispondono a Musumeci

mercoledì 22 Dicembre 2021

L’intervista del Qds a Gianpaolo Simone, segretario regionale Dirsi. “Iter per il rinnovo lungo e periglioso, il rischio è l’ennesima beffa”

PALERMO – La Regione siciliana rinnova il contratto dei dirigenti dopo 16 anni. Il Presidente Nello Musumeci ha già autorizzato l’Aran a riavviare il percorso di certificazione del contratto collettivo ed ha commentato il rinnovo con una frase che sarà destinata ad scatenare polemiche: “Avuti i diritti – ha detto il presidente della Regione – mi aspetto i doveri!”. Ed in effetti la prima reazione è arrivata dal segretario regionale del Dirsi, il sindacato dei dirigenti della Regione siciliana, Gianpaolo Simone.

Il Quotidiano di Sicilia lo ha intervistato: “Quello che per i dirigenti è un diritto per Musumeci è un dovere. Il Dirsi, prende atto dell’annuncio del Presidente Musumeci sul nuovo contratto dei dirigenti regionali (ahinoi scaduto ancor prima di nascere, considerato che si riferisce al triennio 2016 – 2018) ma l’iter per vedere gli effetti di questo nuovo contratto è ancora lungo e periglioso – ha detto Simone -. Il rischio che questo annuncio del Presidente Musumeci possa tradursi in una ennesima beffa è assai concreto: arriva a fine anno quando oramai gli uffici amministrativi/contabili si avviano a chiusura e vede il coinvolgimento dell’Aran Sicilia (Agenzia per la rappresentanza negoziale della Regione Siciliana) che in questi ultimi anni non ha dimostrato quella autonomia che il mandato dell’Amministrazione ha dato loro”.

Musumeci invece difende la sua posizione dicendo che il rinnovo del contratto è stato un atto dovuto, ma che si sente legittimato a chiedere di più ai dipendenti: “In un anno abbiamo dato al personale dell’amministrazione regionale, comparto e dirigenza, quello che altri governi prima di noi hanno cinicamente negato, pur trattandosi non di scelte ma di atti imposti dalla legge. Il mio giudizio critico è fin troppo noto su una larga fascia della burocrazia. Spero che tutti adesso vogliano fare fino in fondo il proprio dovere. Dal canto nostro, abbiamo già pronto anche il Piano formativo, che aiuterà il personale ad acquisire nuove abilità e conoscenze. Sono convinto che la nuova disciplina negoziale, assieme alla riorganizzazione delle strutture dirigenziali voluta dalla Giunta con il taglio di circa 400 posizioni dirigenziali, possa contribuire ad una svolta nella gestione della amministrazione regionale”.

Il contratto riconosce esclusivamente l’adeguamento tabellare in misura identica a quella di tutti i comparti pubblici (in totale, meno di diecimila euro per ogni dirigente). Le retribuzioni cosiddette “di posizione” dovranno essere in futuro ancorate alle effettive responsabilità, con esclusione di appiattimenti che hanno finora consentito la “fuga” dalle postazioni più complesse.

Dal punto di vista giuridico, la disciplina della dirigenza viene allineata a quella statale e viene introdotto un codice disciplinare, del tutto mancante nel vecchio contratto: 9 dei circa 70 articoli del contratto disciplinano doveri, responsabilità e sanzioni.
“Anche se da 16 anni non hanno mai avuto un rinnovo di contratto – ha ribattuto Simone – i dirigenti regionali non hanno mai fatto mancare il loro impegno ed hanno sempre portato avanti i propri doveri nei confronti dei cittadini con coscienza e senso di responsabilità. Abbiamo sempre dato fiducia ai vari governi che si sono susseguiti i quali hanno sempre preferito ‘accattivarsi’ le simpatie di una opinione pubblica mai ‘buona’ con la categoria dei dipendenti pubblici, e daremo fiducia anche a questo governo che nel suo ‘ultimo respiro’ riesca veramente a chiudere questa annosa questione svincolandosi da mere logiche e calcoli elettorali. Speriamo ancora una volta – ha concluso Simone – che il buon lavoro svolto da questo sindacato e dagli uffici regionali non venga reso vano da speciosi e strumentali e argomentazioni di chi è chiamato a completare l’iter approvativo facendo venir meno al dovere del Presidente Musumeci”.

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