Fisco

Contribuenti nella morsa del Fisco, almeno 164 le scadenze di fine anno

ROMA – “Sono almeno 164 le scadenze di fine anno”, ha detto qualche giorno fa il Presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti di Palermo, Nicolò La Barbera.

Effettivamente, sono parecchi gli adempimenti, cartelle, avvisi bonari, e inviti vari che aspettano la maggior parte degli addetti ai lavori del settore fiscale.
La politica è la “teoria e pratica che hanno per oggetto la costituzione, l’organizzazione, l’amministrazione dello Stato e la direzione della vita pubblica”. Lo chiarisce il vocabolario della Lingua Italiana “Devoto/Oli”.
Ma, come è ben noto, c’è pure la Costituzione italiana la quale, all’articolo 97, al secondo comma, dice che “i pubblici uffici sono organizzati secondo le disposizioni di legge in modo che siano assicurati il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione”.

Insomma, pare proprio che i cittadini, in base ai principi tanto importanti, fermi restando tutti i loro doveri previsti, oltre che dalla Costituzione, anche dalle altre numerosissime leggi dello Stato, dovrebbero essere veramente al sicuro rispetto a comportamenti poco attenti che, piuttosto che favorire un rapporto sereno ed equilibrato con lo Stato al quale appartengono, li spingono a “starsene alla larga”.

Forse proprio per paura che un loro comportamento, sbagliato o solo presunto tale, li possa portare in un girone dantesco dal quale, purtroppo, uscirne oggi è veramente difficile.
Si ha paura di iniziare una pratica edile assolutamente normale, si ha paura di chiedere un’autorizzazione assolutamente legittima, si ha paura di chiedere un bonus fiscale, si ha paura di fare tutto. Questo evidentemente, per le persone per bene. I malfattori, comprendendo in questa categoria anche gli evasori fiscali che vogliono essere tali, infatti, queste paure non le avvertono assolutamente: se non li pesca nessuno, hanno raggiunto il loro scopo; se li pesca qualcuno, nella maggior parte dei casi sono nullatenenti ed il semplice tentativo di riscuotere il giusto tributo con sanzioni ed interessi si traduce soltanto in un ulteriore danno per l’Erario (vedasi stralcio cartelle, condoni, ecc.).

Purtroppo è questa la situazione. Una situazione alla quale potrebbe (anzi dovrebbe) porre rimedio la politica ed anche il famoso secondo comma dell’articolo 97 della Costituzione.
Ma i conflitti tra i partiti e la voglia di far prevalere una tesi rispetto all’altra, anziché collaborare per il raggiungimento del migliore risultato per i cittadini, non solo impedisce di raggiungere gli obiettivi primari di qualunque società democratica, ma rallenta l’attività della Pubblica Amministrazione e incide sensibilmente sul buon andamento e sull’imparzialità della stessa.

Recentemente, è stato proprio il Presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti di Palermo, Nicolò La Barbera, a denunciare pubblicamente le criticità esistenti, sottolineando che circa duecento adempimenti in soli due mesi rappresentano un “fiume in piena” , probabilmente causato dalla pandemia e dalla carenza di personale, il quale è molto difficile, per qualunque professionista, tentare di arginare evitando responsabilità proprie e dei propri assistiti.
Ed allora? Speriamo in un futuro il più prossimo possibile.

Speriamo, in particolare, che si metta subito mano alla “semplificazione” della burocrazia, quella fiscale in particolare, non dimenticando che secondo uno studio dei Dottori Commercialisti di due anni fa , negli ultimi dieci anni le norme, comprese le circolari e le risoluzioni, sono circa 50.000 pagine da studiare ed applicare, troppe per potere assicurare la fiducia fisco contribuente tanto agognata.