Coronavirus, a Palermo controlli per la "movida selvaggia" - QdS

Coronavirus, a Palermo controlli per la “movida selvaggia”

redazione web

Coronavirus, a Palermo controlli per la “movida selvaggia”

mercoledì 20 Maggio 2020

Dopo caos nei pub della Vucciria il sindaco Orlando minaccia la chiusura e il governatore Musumeci è sulla stessa linea. "Sgomenta" l'autrice delle foto della folla. Da ieri verifiche interforze nei pub dei luoghi caldi della città

A Palermo c’è un detto ben noto a molte generazioni, che tradotto dal vernacolo suona più o meno così: “il lastricato della Vucciria non s’asciuga mai”.

Il riferimento è ai banconi del pesce, un vanto di questo mercato storico palermitano, che in anni più recenti ha fatto spazio alla vita notturna, con la nascita di pub frequentati soprattutto da giovani.

Che hanno mantenuto la tradizione viene mantenuta anche al tempo del coronavirus: superato il periodo dei divieti sanitari, lunedì il popolo della notte è tornato “in Vucciria”, come è di moda dire tra i ragazzi, prendendo d’assalto i locali.

Un assembramento come ai vecchi tempi.

Distanze di sicurezza neanche a parlarne, rare le mascherine, molta la birra, bevuta in piedi, gomito a gomito, o seduti ai tavoli, disposti con geometrie pensate per un’altra epoca.

Le immagini circolate sui social parlano da sole, tanto da costringere il sindaco Leoluca Orlando a minacciare nuove chiusure, trovando immediata alleanza con il governatore Nello Musumeci.

“Sgomenta” l’autrice delle foto della folla

“Ho avvertito una sensazione di festa: tutti bevevano e fumavano, vicini, incuranti delle prescrizioni sanitarie”.

Così Concetta, impiegata in un negozio di Palermo, che ha scattato alcune foto della movida alla Vucciria, ha parlato del caos nel centro di Palermo.

“Ero appena uscita dal lavoro – ha raccontato -, il mio primo giorno dopo tre mesi di lockdown, per andare in macelleria e al panificio. Vivo in un ambiente che tutela i clienti e gli impiegati, così come stabilito dai protocolli di sicurezza. Invece, mi sono vista catapultata da un luogo sicuro a una massa di gente senza mascherina o con la mascherina abbassata, tutti a bere fuori dai locali, in un’atmosfera di festa, come se finora nulla fosse accaduto”.

“Ho avvertito subito – ha aggiunto – che la gente non ha abbastanza chiara la situazione. Siamo tornati a una sorta di seminormalità, dunque bisogna rispettare le prescrizioni, il distanziamento sociale. Comprendo che anche i locali della movida debbono poter lavorare, ma serve prudenza, quella che ieri sera non si è vista alla Vucciria”.

Orlando, “spero di non dover chiudere alcune zone”

“Mi auguro di non essere costretto a chiudere alcune zone della città”, ha detto il sindaco in un video realizzato davanti alla cattedrale, nel quale ringrazia cittadini e negozianti per l’accortezza utilizzata in questi mesi di emergenza, che ha evitato a Palermo di vivere “le tragiche condizioni di altre città di’Italia”.

Orlando ha fatto appello alla prudenza e avverte che l’amministrazione comunale ha un solo potere: “chiudere intere zone della città. Mi auguro di non esservi costretto”.

Musumeci, “da cittadino sono fortemente preoccupato”

Musumeci la pensa allo stesso modo: “da cittadino sono fortemente preoccupato, da governatore – ha spiegato – temo che si debba necessariamente tornare indietro. Non vorrei assolutamente farlo, ma se queste scene si dovessero ripetere nelle prossime giornate, sarò costretto ad adottare provvedimenti”.

Da ieri controlli interforze nei luoghi caldi della città

E da ieri sera sono scattati i controlli interforze, che, ha annunciato la Questura, sono stati capillari.

Agenti, Carabinieri e Vigili urbani hanno chiesto “la massima collaborazione agli esercenti”, ricordando che per i trasgressori si prevede la chiusura del locali da cinque giorni a un mese.

Controlli massicci sono stati effettuati in tre luoghi della città, quelli più a rischio assembramenti: piazza Garraffello, nel mercato della Vucciria; piazza Sant’Anna, nei paraggi della Galleria d’arte moderna, e piazza Monte di Pietà.

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