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Coronavirus, appello del mondo della cultura siciliano, sostenere editoria isola


Il Coronavirus ha messo in ginocchio anche un pezzo importante della cultura: le case editrici indipendenti e le librerie.

“Sosteniamole” è l’appello rivolto al governo regionale da circa settecento tra scrittori, personaggi della vita culturale, attori, saggisti siciliani.

Si sono ritrovati attorno a un manifesto proposto da Mari Albanese che alza un grido di dolore perché la “cultura sta morendo”.

“Questo patrimonio – si legge nel documento – da settimane ha smesso di muoversi, di incontrarsi, di scrivere. Ci siamo abituati, repentinamente, a un nuovo modo di vivere la socialità, il distanziamento dall’altro da noi che fino a ieri era, invece, disvelamento e bellezza, soprattutto per noi autrici e autori”. Le case editrici indipendenti, sottolineano i firmatari dell’appello, sono imprese culturali coraggiose che stanno pagando un prezzo altissimo e “la ripresa sarà molto dura”.

Fiere, festival ed eventi sono stati annullati.

“Sono occasioni mancate – aggiungono – che non potranno mai essere sostituite dai mille modi ‘social’ che stiamo portando avanti per rimanere accanto alle lettrici e ai lettori”.

Scrittori e autori sottolineano ancora che il mondo dell’editoria piccola e media “non si regge sui grandi numeri, sui nomi importanti, sulla pubblicità che spesso annienta i rapporti sociali”, ma ha il coraggio di “far crescere i sogni e di investire nella scrittura”.

Per questo il documento sostiene la proposta degli editori siciliani rivolta al Parlamento regionale perché siano sostenute le realtà che stanno subendo uno stop prolungato e, dall’altro, venga rafforzata la rete delle biblioteche comunali.