MILANO – In tempi di coronavirus “i farmacisti si stanno facendo un mazzo così”. Chiede la cortesia di “esprimere il concetto proprio con queste parole che rendono l’idea” Manuela Bandi, titolare della farmacia Bandi di Milano in via Rovereto angolo viale Monza, specializzata in preparazioni galeniche.
Un’attività che in questi giorni si sta concentrando sui prodotti igienizzanti per le mani, praticamente introvabili se non online a prezzi esorbitanti: “Ne stiamo producendo di continuo”, spiega la professionista all’AdnKronos Salute. Disinfettanti ‘sfornati a nastro’, ma lo stesso “la produzione fatica a star dietro alla domanda, anche perché il limite legale imposto dalle norme di buona fabbricazione è di 3 chili per lotto”. E le vendite, stima, procedono al ritmo di “un centinaio di flaconcini al giorno”.
Lo ‘speziale’ propone e “la gente gradisce – assicura Bandi -. Per noi qui” barattoli e fiale dall’aspetto antico, senza il ‘glamour’ dei loghi industriali più conosciuti al grande pubblico, “sono un prodotto di consuetudine e quindi i nostri clienti sono anche preparati al loro aspetto.
I nostri disinfettanti li proponiamo confezionati in flaconi trasparenti con tappino dosatore, prezzo al pubblico 4,10 euro: lo stesso del gel più noto” andato a ruba in queste settimane. “Ma ci tengo a precisare che il prezzo è libero – conclude la professionista – e che piccole variazioni da una farmacia all’altra ci possono essere, anche in base a quanto un esercizio sia più o meno focalizzato sull’allestimento di galenici. Se è vero infatti che il costo delle materie prime è irrisorio, c’è il lavoro di produzione e di inflaconamento che resta manuale”.
Alcol, acqua ossigenata, glicerina ed ecco fatto il gel igienizzante mani fai-da-te. Ma attenzione, avverte la farmacista: queste preparazioni casalinghe, “se non correttamente preservate, rischiano di diventare esse stesse una possibile fonte di infezione”. Da scudo antivirus ad arma in mano ai microbi. “Le formulazioni che sono circolate in queste ore sono sicuramente valide e possono essere utilizzate”, spiega Bandi. Ma “il problema è poter avere un prodotto sufficientemente preservato – ammonisce – in modo che non diventi proprio lui una fonte di contagio”.
Il contenitore, per esempio, deve essere adeguato (“quelli che usiamo noi farmacisti non rilasciano alcuna sostanza alla soluzione che racchiudono”). E poi i tempi di conservazione: “Un conto è usare il prodotto nell’immediato, un altro mesi dopo averlo preparato. Attenzione”, conclude la farmacista.