Coronavirus, Bonafede parla dei contagiati nelle carceri - QdS

Coronavirus, Bonafede parla dei contagiati nelle carceri

redazione web

Coronavirus, Bonafede parla dei contagiati nelle carceri

mercoledì 25 Marzo 2020

Per il momento quindici i casi. Già cinquanta detenuti ai domiciliari, in caso d'emergenza potrebbero diventare seimila, su decisione della magistratura. Già disponibili 2.600 braccialetti elettronici. Per i colloqui 1.600 cellulari

“Allo stato attuale risultano cinquanta contagiati” da coronavirus nelle carceri italiane.

Lo ha detto il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, rispondendo alla Camera durante il question time, nel corso del quale sono emerse diverse notizie sulla situazione negli istituti di pena.

Cinquanta ai domiciliari, potrebbero diventare seimila

Rispondendo a un’interrogazione sull’impatto del dl, che prevede la detenzione domiciliare per reati non gravi con residuo di pena di diciotto mesi, Bonafede ha spiegato che della misura, fino a oggi, hanno beneficiato “circa 50 detenuti”.

Ma sono seimila quelli che potenzialmente potrebbero passare dal carcere alla detenzione domiciliare. E questo “dipenderà da diversi requisiti e variabili (come per esempio, il domicilio idoneo) che dovranno essere accertati dalla magistratura”.

In marzo usciti 2.643 detenuti, duecento per il dl

“Nelle prime tre settimane di marzo – ha aggiunto il Ministro – c’è stata una riduzione della popolazione detenuta in carcere, passata dai 61.235 ai 58.592 effettivi nelle camere di detenzione”, con una riduzione di 2.643 unità.

Questo è dipeso prevalentemente dalle leggi in vigore prima del dl Cura Italia, che ha avuto invece “un’incidenza stimata di circa duecento detenuti”.

Sono 2.600 i braccialetti elettronici disponibili

“Dalle interlocuzioni con il Ministero dell’Interno emerge, fino al 15 maggio, l’effettiva disponibilità di 2.600 braccialetti elettronici da installare in via progressiva settimanalmente” ha aggiunto Bonafede.

Questi braccialetti, ha chiarito il ministro, “non hanno costi ulteriori, in quanto compresi nel contratto triennale, siglato nel 2018, per un valore complessivo di 23 milioni di euro”.

Per i colloqui 1600 telefonini in più

Il Ministro ha poi parlato di un argomento che ha molto preoccupato i sindacati delle guardie carcerarie, ossia le restrizioni all’incontro con le famiglie che hanno causato disordini in vari istituti di pena italiani.

Per attenuare l’impatto delle restrizioni nei rapporti tra detenuti e familiari adottate per l’emergenza Coronavirus “Sono stati già acquisiti dall’Amministrazione Penitenziaria – ha detto – e da quella della Giustizia Minorile, a seguito di donazione, 1.600 telefoni cellulari e altri 1.600 sono in via di acquisizione. Inoltre, abbiamo previsto e stiamo implementando la possibilità di effettuare i video-colloqui senza alcuna spesa per tutti i detenuti; l’incremento della corrispondenza telefonica, che sarà effettuata gratuitamente; l’utilizzo senza costi del servizio di lavanderia; la possibilità di ricevere vaglia postali on line; l’aumento dei limiti di spesa per ciascun detenuto”.

Duecentomila mascherine consegnate a carceri

Bonafede ha parlato anche dei presidi personali: “Alla data del 19 marzo il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria ha consegnato ai Provveditorati Regionali quasi duecentomila mascherine (199.127), nonché 768.889 guanti di gomma monouso. Lunedì scorso sono state richieste al Comitato operativo del Dipartimento della Protezione Civile altre 150.000 mascherine di tipo chirurgico da distribuire agli istituti penitenziari”.

“Il Dipartimento sta già impiegando il massimo sforzo – ha poi assicurato il Guardasigilli – al fine di agevolare la produzione delle mascherine negli istituti penitenziari, grazie al lavoro dei detenuti. Allo stato attuale la capacità produttiva si attesta intorno alle 8.000 mascherine chirurgiche al giorno che, dopo le necessarie validazioni, potranno rappresentare un evidente incremento della dotazione”.

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