Coronavirus, Conte ha firmato il dpcm di proroga - QdS

Coronavirus, Conte ha firmato il dpcm di proroga

redazione web

Coronavirus, Conte ha firmato il dpcm di proroga

giovedì 02 Aprile 2020

I blocchi dureranno fino al 13 aprile. Il premier "Non siamo in condizione di allentare le misure". I morti "una ferita che mai potremo sanare". Il nodo dell'Europa, "bene i cento miliardi per il Lavoro, ma serve altro". L'Olanda propone un fondo Ue d'emergenza

Il premier Giuseppe Conte ha firmato ieri sera il dpcm proroga blocchi fino al 13 aprile, con l’unica novità della sospensione degli allenamenti collettivi per le società sportive e gli atleti professionisti.
La proroga varrà dal 4 aprile, alla scadenza delle precedenti misure, fino al giorno di Pasquetta, e rinnova tutte le limitazioni agli spostamenti e la chiusura delle attività non essenziali.

I morti una ferita insanabile

I morti, ha detto il Presidente del Consiglio dei ministri nel corso della conferenza stampa in diretta Facebook da Palazzo Chigi, sono “una ferita che mai potremo sanare: non siamo nella condizione di poter allentare le misure restrittive e alleviare i disagi e risparmiarvi i sacrifici a cui siete sottoposti”.

Specie in un periodo solitamente di festa come quello pasquale.

“C’è una sparuta minoranza di persone – ha aggiunto – che non rispetta le regole: abbiamo disposto sanzioni severe e misure onerose. Non ci possiamo permettere che l’irresponsabilità di alcuni rechino danni a tutti”.

La battaglia è ancora molto lunga

“Attenzione ai facili ottimismi che possono vanificare i sacrifici fatti: non dobbiamo confondere i primi segnali positivi con un segnale di cessato allarme. La battaglia – ha affermato il ministro – è ancora molto lunga e sbagliare i tempi o anticipare le misure sarebbe vanificare tutto”.

“Non siamo nelle condizioni di dire – ha sottolineato Conte – che il 14 aprile allenteremo le misure. Quando gli esperti ce lo diranno, entreremo nella fase 2 di allentamento graduale per poi passare alla fase 3 di uscita dall’emergenza, della ricostruzione, del rilancio”.

Chi sperava dunque in qualche apertura da parte del governo – le aziende soprattutto – dovrà attendere almeno il 13 aprile.

Non allentare per non vanificare gli sforzi

“Se allentassimo tutti gli sforzi sarebbero vani – ripete il premier – e pagheremmo un prezzo altissimo, oltre al costo psicologico e sociale. Saremmo costretti a ripartire di nuovo, un doppio costo che non ci posiamo permettere”.

Conte ha però smentito che è già deciso un prolungamento fino al 3 maggio e ha promesso, “se i dati si consolideranno”, un “allentamento delle misure”, pur non potendo garantire che ciò “accadrà dal 14 aprile”. Quello che ha indicato è però il percorso da seguire.

Graduale ritorno alla normalità

“Dobbiamo programmare un ritorno alla normalità che deve essere fatto con gradualità e deve consentire a tutti, in prospettiva, di tornare a lavorare in sicurezza” aggiunge. Significa che queste due settimane serviranno per capire cosa riaprire, con che modalità consentire la ripresa di alcune attività, quali spazi di libertà riconsegnare ai cittadini.

I dati d’altronde giustificano un cauto ottimismo ma non consentono affatto di considerare attenuata l’emergenza.

La curva del contagio continua a rallentare

La curva del contagio continua a rallentare, tanto che rispetto ad una settimana fa l’incremento totale dei contagiati è passato dal 7,53 al 4,52% e quello degli attuali positivi dal 6,28% al 3,78%.

Un discorso che vale anche per le terapie intensive e per le vittime: l’incremento delle prime è sceso dal 2,74% allo 0,30% e quello dei morti da 10,01% a 5,85%. Ma i numeri assoluti restano comunque impressionanti: 80.572 persone attualmente malate, di cui oltre 28mila in ospedale, 4.035 nelle terapie intensive, 13.155 vittime, con un incremento in un solo giorno di altre 727 persone.

Il nodo dell’Europa e i cento miliardi della Von Der Leyen

Il nodo dell’Europa è stato al centro dell’intervento del premier Giuseppe Conte nella conferenza stampa in diretta Facebook da Palazzo Chigi.

Conte aveva già scritto proprio su Fb dei due interventi che domani la Commissione Ue adotterà, definendoli “un passo significativo in vista di un più ampio e complessivo intervento che dovrà – a nostro avviso – dare il senso di una forte, coesa e credibile risposta europea a questa sfida epocale”.

Positivamente era stato giudicato lo “strumento da cento miliardi per sostenere le misure nazionali dirette a contrastare la disoccupazione e ad alimentare la cassa integrazione” di cui il premier ha appreso da un colloquio con la presidente della Commissione Ue, Ursula Von Der Leyen.

“Poco fa ho avuto un colloquio telefonico con lei” che “ha tenuto ad anticiparmi le due iniziative che verranno sottoposte domani all’approvazione della Commissione”, ossia il Piano per il lavoro e “consentire all’Italia e agli altri Stati di usare i fondi strutturali europei non ancora spesi con la più ampia flessibilità: senza più i vincoli di cofinanziamento nazionale o di particolari destinazioni funzionali o territoriali”.

Occorre una più ampia strategia europea per l’emergenza

“Auspico” però, ha detto Conte, che le misure che la Commissione Ue ha annunciato “siano ricomprese in una più ampia strategia europea (European Recovery and Reinvestment Plan), da completare nei prossimi giorni, per fronteggiare la grave emergenza”. Lo scrive su Facebook il premier Giuseppe Conte dopo un colloquio con la presidente della commissione Ue Ursula Von der Leyen, che gli ha anticipato.

L’apertura di Conte all’utilizzo del Mes

Conte ha aperto all’utilizzo del Mes, il fondo salva Stati da 410 miliardi che è inviso al M5s, non alle condizioni attuali ma solo se “verrà snaturato e posto in un ampio pacchetto di misure”, con l’assegnazione dei soldi “a tutti i Paesi senza condizionalità successive o preventive”.

Ora l’Olanda propone un fondo Ue di emergenza

E anche la posizione del governo olandese in merito alle misure necessarie ad affrontare la crisi provocata dalla pandemia di Covid-19 inizia a cambiare.

Il premier Mark Rutte, ha annunciato ieri sera in Parlamento una proposta olandese per un fondo Ue di emergenza, destinato a coprire i costi sanitari immediati della pandemia.

“Il Paese – ha detto Rutte – è solidale con le nazioni che sono colpite sempre più duramente” dalla malattia, “incluse le loro economie: non ci può essere dubbio su questo punto, vogliamo aiutare quei Paesi. E non esiste che alcuni Paesi non siano in grado di fornire sufficienti cure mediche a causa di una carenza di finanze pubbliche. E’ per questo che i Paesi Bassi suggeriscono di creare un fondo per il coronavirus separato, alimentato da contributi degli Stati membri”, e intendono dare “un contributo sostanzioso al fondo”.

“Non si tratta di prestiti né di garanzie – ha precisato – ma di doni per aiutare persone che hanno bisogno. Il fondo dovrebbe coprire l’assistenza medica per i Paesi che sono colpiti duramente e che ne hanno bisogno dal punto di vista finanziario. E’ della massima importanza che gli Stati membri dell’Ue si aiutino gli uni con gli altri per curare i malati”, ha concluso.

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