Mentre sale a 170 morti e 7.700 infezioni il bilancio del coronavirus, oggi è previsto il rimpatrio dei cittadini italiani e di quelli britannici in contemporanea alla riunione degli esperti Oms, che potrebbe dichiarare l’emergenza internazionale.
Si è appreso intanto che gli italiani che verranno rimpatriati da Wuhan saranno sottoposti a sorveglianza sanitaria e isolamento per due settimane, il tempo di incubazione del virus 2019-nCoV.
Per il momento la task-force del Ministero della Salute non ha ancora preso una decisione definitiva sul luogo dove i circa sessanta connazionali dovranno alloggiare, ma l’ipotesi più accreditata sembrerebbe essere una struttura militare, non necessariamente a Roma.
I tempi sono rallentati poichè è necessario trovare un luogo che corrisponda ai requisiti necessari da una situazione di isolamento per decine di persone. Da Wuhan i cittadini italiani potranno partire solo dopo visita medica che escluda problemi, quindi solo se sani. In viaggio useranno la mascherina, e in Italia saranno in isolamento gli uni dagli altri.
L’organizzazione e la gestione dovrà prevedere per i rimpatriati una situazione di serenità e comfort. Nel centro, forse una caserma, sarà servito ovviamente anche il cibo ma è escluso, chiariscono gli esperti, che le persone possano condividere i pasti: in quel caso infatti dovrebbero togliersi la mascherina interrompendo così l’isolamento e mettendo a rischio l’intera procedura di sorveglianza. I circa 60 italiani infatti, anche se sani, provengono comunque da una zona sottoposta a quarantena e i protocolli internazionali escludono contatti pericolosi.
L’ipotesi che la task-force del Ministero della Salute possa optare infine proprio per un edificio militare, sembrerebbe escludere almeno per il momento l’eventualità che ognuno degli italiani evacuati faccia rientro a casa propria. Sarebbe infatti particolarmente difficoltosa la sorveglianza sanitaria quotidiana con i controlli delle Asl a domicilio. Non solo, allestire l’isolamento in case private dove vivono anche persone anziane o bambini risulterebbe decisamente un’operazione complessa. Tuttavia, nel caso in cui le strutture a disposizione delle diverse amministrazioni non dovessero corrispondere alla situazione, o non possano essere organizzate in tempi brevi l’allestimento della sorveglianza in casa resterebbe una possibilità aperta.
“Per gli italiani di rientro da Wuhan saranno prese misure di protezione e sarà adottato un protocollo sanitario orientato alla massima sicurezza”, fanno sapere dal Ministero della Salute, “le diverse amministrazioni stanno lavorando insieme sulla gestione del rimpatrio”.
I Presidi chiedono norme per gli alunni che tornano dalla Cina
“Le scuole hanno bisogno di indicazioni su come comportarsi nei confronti degli studenti che sono stati in Cina e stanno rientrando in questi giorni in Italia. Ricevo continuamente richieste da parte di dirigenti scolastici che mi pongono questa domanda: ‘Serve applicare dei protocolli particolari di prevenzione visto il proliferare del Coronavirus in Cina?’ Vorremmo che eventuali protocolli fossero decisi dalle istituzioni competenti. Altrimenti si rischia la frammentarietà degli interventi da parte dei singoli istituti, tra chi potrebbe chiedere il certificato medico e chi di dilazionare l’ingresso a scuola dopo 10 giorni dal rientro in Italia”.
Lo ha detto il presidente dell’associazione nazionale presidi (Anp) di Roma Mario Rusconi.
Rusconi riferisce di aver “sentito sia l’Istituto Superiore di Sanità, sia l’assessorato alla Sanità della Regione Lazio” a cui “ha rappresentato le nostre difficoltà”.