Coronavirus, emergenza Sicilia, il presidente Musumeci decide oggi sulla zona rossa regionale - QdS

Coronavirus, emergenza Sicilia, il presidente Musumeci decide oggi sulla zona rossa regionale

redazione web

Coronavirus, emergenza Sicilia, il presidente Musumeci decide oggi sulla zona rossa regionale

venerdì 08 Gennaio 2021

Dopo la proposta di ieri del Comitato tecnico scientifico siciliano di altre misure restrittive per tre settimane. E il Governatore denuncia, "Calo d'attenzione durante le festività". Il Pd lo attacca sulla scuola, "Brancola nel buio". Niente rientro in aula a Palermo e Catania. LE IPOTESI SULLE NUOVE REGOLE

La Giunta regionale è ancora riunita per assumere decisioni in merito alle conclusioni del Comitato tecnico scientifico sull’attuale situazione pandemica in Sicilia.

Il Cts avrebbe proposto l’istituzione dell’area rossa per tre settimane.

“Al vaglio del governo Musumeci – si legge in una nota della Presidenza della Regione – ci sono misure restrittive che si rendono necessarie in considerazione dell’ andamento del contagio sul territorio siciliano”.

Pertanto, domani rimarranno in vigore le disposizioni previste dal governo nazionale relative alla didattica, salvo in quei Comuni dove sono state già assunte iniziative diverse.

Calo d’attenzione durante le festività

Troppi contagi e troppo alto il rischio di dover a che fare poi con un’ondata addirittura più alta, causata dalla libertà delle vacanze natalizie, che come ha ricordato proprio Musumeci, da queste parti iniziano nei primi giorni di dicembre o giù di lì.

“Il comitato tecnico scientifico fotografa una realtà preoccupante perché è aumentato il numero dei contagi negli ultimi giorni. Il periodo delle festività ha registrato un calo di attenzione e quindi le conseguenze si pagano adesso. Dovremo adottare misure restrittive. Correre ai ripari”.

Lo ha detto il Governatore facendo il punto sul coronavirus in Sicilia durante la riunione del governo regionale.
“E’ un peccato – ha aggiunto – perché di fronte alla campagna di vaccini che ci vede tra le prime regioni mobilitando centinaia di sanitari dobbiamo registrare l’impennata di contagi che rischia di mettere tutto in discussione. Serviranno provvedimenti necessari, adottati con fermezza”.

Il nodo della scuola

Secondo il Cts siciliano, che ieri si è confrontato con gli assessori regionali all’Istruzione Roberto Lagalla e alla Salute Ruggero Razza, la fascia arancione non sarebbe in grado di proteggere abbastanza la popolazione dal virus.

L’ipotesi di chiudere le scuole fino a fine mese allontanerebbe, secondo gli scienziati, l’urgenza di somministrare i vaccini anche agli insegnanti e al personale scolastico.

Per la scuola primaria si ipotizza l’astensione dalle lezioni in presenza e il probabile ricorso alla dad, come avvenuto nel primo lockdown, ma su disposizione dei sindaci, d’accordo con le Asp provinciali.

A Catania e Palermo rinvio delle lezioni

E qualche sindaco, come Leoluca Orlando a Palermo e Salvo Pogliese a Catania, è già andato avanti: niente ripresa delle lezioni da oggi.

A Catania nemmeno in Dad.

Senza contare che diversi comuni dell’Isola, negli ultimi giorni, sono stati dichiarati “zona rossa” per l’alto numero di contagi.

Il Pd, Musumeci brancola nel buio

Ieri intanto il capogruppo del Pd all’Ars Giuseppe Lupo e il parlamentare regionale Nello Dipasquale hanno definito “inaccettabile” il fatto che alla vigilia della riapertura degli istituti scolastici, “il governo regionale non abbia ancora chiarito se lunedì in Sicilia le scuole superiori riprenderanno con le lezioni in presenza”.

“È l’ennesima conferma – hanno scritto in un comunicato gli esponenti dem – di come Musumeci, nella gestione dell’emergenza Covid, stia brancolando nel buio”.

Il problema dei trasporti

“La crescita dei contagi – hanno sottolineato Lupo e Dipasquale – e il mancato potenziamento dei mezzi di trasporto pubblico locale che attualmente possono viaggiare al 50% della capienza, non permettono la riapertura delle lezioni in presenza. Tutto ciò a distanza di quasi un anno dall’esplodere della pandemia e nonostante il governo nazionale abbia messo a disposizione fondi per potenziare il sistema di trasporto locale, fondi che attendono ancora di essere programmati e utilizzati dalla Sicilia”.

Il gruppo Pd all’Ars a questo proposito ha chiesto la convocazione delle organizzazioni sindacali di categoria in commissione Cultura, alla presenza dell’assessore regionale all’Istruzione Roberto Lagalla.

“Il governo Musumeci – hanno concluso gli esponenti dem – ha il dovere di dedicare la necessaria attenzione al tema della scuola, anche garantendo la presenza dei medici per la somministrazione dei tamponi agli alunni, e dei vaccini al personale scolastico”.

Sicilia da gialla a rossa

I dati aggiornati della cabina di regia del Ministero della Salute arriveranno nelle prossime ore ma le prime indicazioni confermano una risalita della curva epidemiologica per la quarta settimana consecutiva. Numeri dunque sicuramente peggiori rispetto a quelli di sette giorni fa per almeno dodici regioni, a cominciare dalla Sicilia.

Se infatti mezza Italia potrebbe essere da lunedì in zona arancione, la nostra Isola potrebbe passare direttamente da gialla a rossa, e se non ci penserà Musumeci sarà il Governo nazionale ad attuare, in vista del nuovo Dpcm del 15 gennaio, un’ulteriore stretta per arginare l’arrivo della terza ondata del virus, confermando buona parte delle misure attualmente in vigore, a partire dal divieto di spostamento tra le regioni.

Zona rossa in Sicilia, quali regole?

Ancora non si sa di preciso se verranno rispettati i criteri del Dpcm Natale, dove la zona rossa era nazionale ma con parecchie deroghe, o quelle di novembre, dove le maglie erano più strette.

Di sicuro rimarranno chiusi bar, ristoranti, palestre, cinema, teatri, pub, e così via. Continuerà ad essere consentito l’asporto fino alle 22 e la consegna a domicilio senza restrizioni.

Autorizzati i benzinai così come farmacie e altri esercizi specializzati di medicinali non soggetti a prescrizione medica.

Si potrà uscire per fare una passeggiata vicino casa con la mascherina e fare attività sportiva da soli.

Sempre con sé l’autocertificazione

Per chi dovrà uscire per motivi inderogabili o fare attività motorie o andare nelle seconde case, ci sarà sempre bisogno dell’autocertificazione.

Lo stesso per comprovati motivi di lavoro, salute o necessità o per tornare alla propria residenza o domicilio.

Dubbi sugli spostamenti

Dovrebbe essere consentito anche raggiungere le seconde case, purché all’interno della propria Regione, ma sempre con l’autocertificazione.

Potrebbe essere possibile, una sola volta al giorno, spostarsi per fare visita a parenti o amici, solo all’interno della stessa Regione, dalle 5 alle 22 e nel limite massimo di due persone.

La persona o le due persone che si spostano potranno comunque portare con sé i figli minori di 14 anni e le persone disabili o non autosufficienti con le quali convivono.

Saranno probabilmente vietati tutti gli spostamenti anche all’interno del proprio Comune.

Non è possibile, comunque, spostarsi in numero superiore alle persone strettamente necessarie a fornire l’assistenza necessaria.

Attenzione però: Musumeci e il Cts però non vorrebbero troppe deroghe sugli incontri, come è avvenuto nel periodo natalizio: ok dunque per i casi di necessità e assistenza, ma stop a pranzi, cene o qualsiasi altra forma di riunione.

A rischio le deroghe per i negozi

Dubbi anche sulle deroghe per i negozi aperti, come avvenuto a Natale. Dunque, potrebbero rimanere chiusi, contrariamente a quando avvenute per le festività.

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