Coronavirus, fondi Ue, i ministri chiedono flessibilità - QdS

Coronavirus, fondi Ue, i ministri chiedono flessibilità

redazione web

Coronavirus, fondi Ue, i ministri chiedono flessibilità

sabato 28 Marzo 2020

Appello dei responsabili per la coesione alla Commissione europea. Provenzano, nessuna distorsione territoriale delle risorse e accordo con le Regioni. Il CdR lancia una piattaforma scambio per condividere bisogni,soluzioni e supporto

Chiedere alla Commissione europea di dare ai Paesi la possibilità d’indirizzare la maggior parte dei fondi strutturali rimasti verso i settori più colpiti dalla crisi del coronavirus (servizi sanitari, pmi e mercato del lavoro), garantendo “il massimo della flessibilità” delle norme e la rapidità dell’uso.

Questo il messaggio principale uscito dalla riunione in videoconferenza dei ministri Ue responsabili per la politica di coesione.

Il tema principale della discussione è stata l’Iniziativa d’investimento in risposta al coronavirus (Crii) proposta dalla Commissione Ue nei giorni scorsi, che prevede una riprogrammazione dei fondi strutturali verso i settori più in difficoltà per un valore di 37 miliardi.

“I ministri hanno concordato sul fatto che le risorse dovrebbero essere accessibili con un lavoro amministrativo aggiuntivo ridotto al minimo, e disponibili il prima possibile”, si legge nella nota finale del Consiglio. “Siamo già in contatto con i Paesi membri per assisterli nell’utilizzare appieno le possibilità” offerte dalla Crii, ha dichiarato la commissaria Ue alla coesione, Elisa Ferreira, che ha lanciato un appello ai Ventisette perché raggiungano “rapidamente” un’accordo sul bilancio Ue 2021-27.

I ministri hanno quindi “sottolineato il bisogno di adottare un bilancio ambizioso per mitigare l’impatto della pandemia e della crisi economica”, si legge nella nota conclusiva.

Provenzano, su flessibilità nessuna distorsione territoriale delle risorse

E in un post su Facebook il ministro per il Sud e la Coesione Territoriale Giuseppe Provenzano, parlando proprio del Consiglio informale dei Ministri per la Coesione, ha scritto di aver ribadito che il nostro Paese sta affrontando la battaglia più dura di tutta la nostra storia recente e di aver sottolineato che l’Italia farà uso di tutti i margini di flessibilità possibili.

“Anche i Fondi Europei potranno essere utilizzati – ha scritto – in accordo con le Regioni, per fronteggiare l’emergenza e uscire dalla crisi. Per questo è fondamentale semplificare, superare regole e architetture bizantine che rendevano impossibile il loro rapido impiego. L’ho detto e lo ripeto, non ci sarà alcuna distorsione territoriale di risorse. Tutto il paese sta affrontando un’emergenza economica e sociale di proporzioni inimmaginabili e ne uscirà soltanto se sarà più coeso”.

Il CdR lancia una piattaforma scambio Ue

Creare una piattaforma per scambiare necessità e soluzioni davanti all’emergenza coronavirus, che faciliti il sostegno reciproco e fornisca delle reazioni in tempo reale – dal punto di vista degli enti locali e regionali – alle misure prese dall’Ue.

Questa l’iniziativa lanciata dal Comitato europeo delle Regioni, che fa parte di un Piano d’azione in cinque punti in risposta alla pandemia di coronavirus.

L’idea ha ricevuto l’appoggio politico della conferenza dei presidenti del CdR, svoltasi in videoconferenza.

Condividere bisogni,soluzioni e supporto politiche territori

Il Comitato s’impegna anche a fornire regolarmente ai leader territoriali tutte le informazioni necessarie sulle azioni intraprese dall’Ue per gestire l’emergenza, con particolare attenzione alle opportunità di finanziamento.

Il Piano chiede anche alle istituzioni Ue di potenziare il sostegno agli enti territoriali attraverso un Meccanismo europeo per l’emergenza sanitaria, alimentato con dieci miliardi di risorse fresche.

“Molti sindaci e presidenti di regione – ha dichiarato il presidente del CdR, Apostolos Tzitzikostas – mi hanno chiesto di creare una piattaforma di scambio che permetta di condividere i propri bisogni, feedback e idee, e di elaborare soluzioni comuni. Il Piano d’azione permetterà anche di concentrarsi meglio sui bisogni sanitari delle comunità locali, oltre ad affrontare gli aspetti socio-economici della pandemia”.

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