di Giampiero Valenza
PALERMO – I celiaci siciliani rischiano di rimanere a secco per le loro terapie: la quarantena, infatti, li ha bloccati in casa e per quelli che si trovano in una Provincia diversa da quella della loro residenza, la possibilità di poter spendere il loro buono per gli alimenti gluten-free diventa una chimera.
Paolo Baronello, presidente dell’Aic Sicilia, l’Associazione italiana celiachia, lancia un appello rivolto all’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza e alle direzioni delle Aziende sanitarie provinciali per fare in modo che ci sia la dematerializzazione dei buoni, la loro digitalizzazione (visto che sono ancora di carta) e per renderli ‘circolari’, per usarli così in tutta Italia.
A dir il vero la Regione Siciliana ha fatto passi in avanti sulla circolarità in tempi non sospetti: nel 2012 un decreto dell’allora assessore alla Salute Massimo Russo permetteva di farlo ma, stando a quanto è stato possibile appurare dalla Aic, questo stesso sistema ancora non viene applicato non solo fuori Regione ma anche in alcune Asp. Dunque, l’esperienza di un celiaco di poter comprare prodotti senza glutine può trasformarsi in qualcosa di davvero difficile.
“Ci sono celiaci che, a causa dei decreti del Governo e per il loro senso di responsabilità, sono rimasti bloccati fuori dalla loro Provincia di residenza – spiega Baronello –. Il decreto del 2012 rendeva operativa la circolarità del buono a livello interprovinciale. Questo permetterebbe già di farlo nelle farmacie, nelle para-farmacie e nei negozi autorizzati, ma c’è ancora una disomogeneità nella sua applicazione. Sarebbe il caso di intervenire ora, in un momento così delicato per il Paese e per la Sicilia. Il coronavirus ha portato condizioni particolari: è arrivato il momento che questo problema venga superato una volta per tutte. Non possiamo più aspettare per avere la dematerializzazione, la digitalizzazione del buono e la sua circolarità in tutta Italia. Tra i 15.000 celiaci siciliani ci sono oggi quelli che non possono accedere alle loro terapie, perché per un celiaco la dieta senza glutine è un’esigenza e non una dieta. Abbiamo ricevuto tante richieste di aiuto in questi giorni”.
Ai celiaci le Asp danno 12 buoni che permettono l’acquisto di prodotti senza glutine: sono come i farmaci, tanto che hanno la ‘fustella’, il bollino adesivo che si trova nei medicinali e che serve per le prescrizioni a carico del Servizio sanitario nazionale. In Sicilia i buoni sono tutti di carta: si va alla Asp e, in relazione all’età e al sesso, vengono assegnati di quantità diverse.